Volontariato è una parola relativamente nuova e molto alla moda ma invero è una realtà antica.
Vecchia quanto l’uomo! Grazie a Dio ci sono sempre stati cuori generosi che vanno verso gli altri, i più deboli, i più anziani, i malati ecc.
E’ infatti proprio la generosità ad animare, a motivare il volontariato. Questa generosità rende sensibili ai bisogni degli altri, ci porta a dare aiuto gratuitamente.
Questo vuol forse dire che ogni servizio offerto all’uomo può chiamarsi volontariato? Ci sembra di no; ci sembra che la parola Volontariato sia da usare per il servizio compiuto con una certa regolarità e con una certa fedeltà, elementi questi che ne costituiscono il più delle volte sia il merito che l’efficacia. Ma, anche se regolare e fedele, il volontariato può essere solo un servizio a tempo parziale dal momento che non è remunerato perché non è un lavoro.
Ma allora, non si possono chiamare volontari dei giovani impegnati in una comunità di vita, per esempio? Ci sembra di no, perché anche se la loro motivazione è generosa, essi ricevono necessariamente uno stipendio che ne fa dei lavoratori. E’ vero che la distinzione non è sempre molto chiara fra lavoratore sociale e volontario, soprattutto perché il volontario può avere una vera competenza.
D’altra parte, oltre alla competenza, l’organizzazione è un elemento comune al lavoro e al volontariato. Infatti, se ci può essere un volontariato individuale e spontaneo, la maggior parte dei servizi di volontariato si realizza in gruppi che, per necessità di efficienza e di continuità, richiedono delle strutture.
Ma queste strutture, in contrasto con le strutture professionali, sono volute e scelte dai membri dei gruppi: è senza dubbio questa scelta, unita alla gratuità, a dare al volontariato una qualità particolare nei servizi e nelle relazioni.
E’ forse la scoperta di questa qualità che ha suscitato da qualche tempo quell’interesse, quegli elogi, quelle attese nei confronti del volontariato? Non sarà stata anche una certa delusione di fronte all’insufficienza in numero e in qualità di tanti servizi sociali di Stato?
Ci sembra anche però, che il termine volontariato sia spesso utilizzato come sola alternativa a quei servizi di Stato, ignorando un terzo tipo di servizio definito privato: pensiamo agli istituti medico pedagogici, alle comunità di accoglienza, ai laboratori protetti, ecc., gestiti da associazioni, da ordini religiosi, da cooperative di giovani…
Sono questi più o meno aiutati o sovvenzionati dallo stato, ma non sono un servizio di stato. Il loro personale permanente è motivato spesso anche dalla generosità. Ma, come abbiamo detto più sopra, sono dei lavoratori, hanno uno stipendio ed è giusto che sia così ed è necessario.
Perché, in linea di principio, il volontariato non può da solo far funzionare dei servizi sociali permanenti. Ci sembra piuttosto che il volontariato dovrebbe essere complementare di certi servizi o impegnato in servizi da pionieri e rimanere libero perché ogni tentativo di inquadrarlo dall’esterno, di remunerarlo, di regolarlo con leggi, rischia a scadenza più o meno breve di ucciderlo, cioè di sopprimerne l’essenziale: la qualità eccezionale dei rapporti fra le persone, scaturita dalla scelta libera e gratuita e motivata dalla generosità.
di Nicole Schulthes, 1984
Nicole Marie Therese Tirard Schultes
Ha studiato Ergoterapia in Francia e negli Stati Uniti, co-fondando nel 1961 l'Association Nationale Francaise des Ergotherapeutes, (ANFE).
Trasferitasi a Roma, incontra Mariangela Bertolini e insieme avviano nel 1971, su invito di Marie-Hélène Mathieu, le attività di Fede e Luce e partecipano all'organizzazione del pellegrinaggio dell'Anno Santo del 1975. Dal 1983 al 2004 cura con Mariangela la rivista Ombre e Luci. Per anni ha organizzato il campo estivo per bambini e famiglie sul campus della scuola Mary Mount a Roma.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.7, 1984
SOMMARIO
Editoriale
Una verità difficile a dirsi di Mariangela Bertolini
Scuola
Un uovo, due uova di M. Grazia Granbassi
Classe "azzurro" di Madeleine Toussaint
Articoli
Quel lupo dentro noi di Jean Vanier
Il volontariato di Nicole Schulthes
Il nostro cucciolo di due metri di Betti Collino
Casa Jada di Sergio Sciascia
Rubriche
Dialogo aperto n. 7
Vita Fede e Luce n. 7 - Il convegno internazionale
Libri
Li fece uomo e donna, Jean Vanier