«So cosa sta pensando. Ha bisogno di un segno. Quale segno migliore potrei dare, se non risanare questa piccola? Potrei: ma non lo farò. Io sono il Signore, non un mago. Ho dato a questa piccola un dono che ho negato a tutti voi… l’eterna innocenza. A voi appare imperfetta… ma per me è impeccabile, come il bocciolo che muore senza schiudersi, come l’uccellino che cade dal nido e viene divorato dalle formiche. Lei non mi offenderà mai, come avete fatto voi tutti. Non pervertirà e non distruggerà mai l’opera delle mani di mio Padre. Vi è necessaria. Evocherà la bontà che vi fa rimanere umani. La sua infermità vi farà provare gratitudine per la vostra fortuna… e c’è di più! Vi ricorderà ogni giorno che io sono chi sono, che le mie vie non sono le vostre, che la più piccola particella di polvere turbinante nello spazio più buio non cade dalla mia mano. Io vi ho scelti. Non siete stati voi a scegliere me. Questa piccola è il segno che io vi do. Serbatela come un tesoro».
Questa «piccola» è mongoloide. Chi dice queste parole è Cristo tornato sulla terra alla fine del nostro secolo.
Siamo alla fine del libro «I giullari di Dio» e, pagina dopo pagina, ci siamo avvicinati col fiato sospeso alla fine dell’umanità in un rogo di guerra nucleare.
La storia comincia con la rinuncia al pontificato di Papa Gregorio XVII, che ha avuto rivelazione della fine del mondo; ma né la Chiesa, né i governi del mondo possono accettare la rivelazione. In nome del realismo, respingono la verità: è la prima di molte inquietanti realtà descritte in questo libro, che ho letto e riletto con passione; perché sotto i modi narrativi del libro d’azione, di fantapolitica e fantareligione, è profondamente religioso, eppure mai pedante o predicatorio. Getta luce e fa riflettere, benché in una narrazione di fantasia, su temi reali della nostra vita: un Papa nella sua umanità, non secondo l’immagine convenzionale; una Chiesa lacerata tra mondo e rivelazione; un Cristo che si cura dei corpi come degli spiriti; un’umanità avviata al rogo, ma che può ricostruirsi non su quelli che valgono di più secondo i nostri criteri, bensì sui motivati, sugli innocenti; i meccanismi dei governi con la loro tendenza a cominciare a eliminare gli «inutili» nel momento della crisi.
E’ un romanzo, eppure suscita domande serie sui grandi temi della nostra vita: il lato irrazionale della fede, il matrimonio, la Chiesa, il posto degli handicappati, la politica, ecc.
Di questo libro West scrisse: «Dice più di ciò che io stesso volevo dire». Leggendolo si conclude che fa pensare più di quanto credessimo quando cominciammo a leggerlo.
M.B.
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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.4, 1984
SOMMARIO
Editoriale
"Il mio bambino con la sindrome Down" di Mariangela Bertolini
Dossier: Trisomia 21
Trisomia 21 di Jerome Lejeune
Saverio di Marie N. Lauth
Quando la vita è così difficile di Gilberte Roger N.
Andrea a scuola di Anna Bernardi
Quando sono adulti di Jean Vanier
Il lavoro di Gianni di Sergio Sciascia
Rubriche
Dialogo Aperto n.4
Vita Fede e Luce n.4
Libri
La debilità mentale, Autori vari
I giullari di Dio, Morris West
Meb, pittore gioioso, Marie-Luise Eberschweller
LETTO E RILETTO…TOGLIE IL FIATO,CI FA TOCCARE UN DIO PIU’ VICINO ALLE NOSTRE MISERE UMANE E CI FA SPERARE CHE DAVVERO QUESTA BREVE VITA SULLA TERRA E’ SOLO UN PREPARARSI ALLA VITA VERA. LO RILEGGERO’ ANCORA E ANCORA