Il tempo delle vacanze può essere il più difficile e logorante per la famiglia dell’handicappato. Quando non possiede una casa adatta, deve uscire dal suo ambiente, dove si sono stabiliti una certa simpatia, un minimo di solidarietà e dove la curiosità e l‘imbarazzo sono ormai attutiti; per andare in un altro luogo dove spesso i rifiuti, pregiudizi, pietà e curiosità offensive sono il prezzo intollerabile di una “villeggiatura”.
Un modo per rendere possibile una vacanza, un breve tempo di rifiato a famiglie di persone con handicap, è aprir loro le case inutilizzate del tutto, o per gran parte del tempo.
Alcuni lo fanno.
Francesca Biondi da sette anni presta nel mese di luglio la sua casa ad Alfedena nel Parco Nazionale d’Abruzzo.
Domandiamo: A quali condizioni?
Solo che ci sia una persona responsabile del gruppo: ci tengo a che tutto vada come si deve, per non guastare il mio rapporto con il paese.
Ci sono mai state difficoltà?
Il primo anno, come il gruppo passava si chiudevano le porte. Oggi, le porte si aprono e c’è sempre qualcosa da mangiare o da bere.
Cosa l’ha spinta a offrire la sua casa?
Nessun motivo diretto, come la presenza di un handicappato in famiglia. Il motivo è stato più semplice; quando non godo io di un bene è giusto che ne godano gli altri.
Ha avuto danni?
I piccoli danni del comune uso di casa, gli stessi che facciamo noi, e di ognuno mi è stato puntualmente offerto il rimborso.
Le case devono avere caratteristiche particolari?
È molto utile un po’ di giardino, uno spazio verde recintato.
Ha provato altre forme di aiuto a famiglie di handicappati?
Ho provato e ho visto provare l’ospitalità durante le vacanze, sia ad handicappati che ai loro giovani fratelli. È un aiuto importante per l’equilibrio delle famiglie colpite. È utile che la famiglia ospitante abbia almeno un ragazzo di età simile all’ospitato.
Chi ha una casa inutilizzata piccola o grande e desidera metterla a disposizione di un gruppo e di una famiglia, può scrivere a Ombre e Luci.
Conosciamo famiglie che da vent’anni non sono state in vacanza con il figlio.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.3, 1983
SOMMARIO
Editoriale
Gli altri di Marie Hélène Mathieu
Dossier: Vacanze
Con la differenza si può convivere di Anna Cece
Nessuno aveva pensato che Patrick avrebbe preso parte alla gita di Mariagnela Bertolini
Con loro sono salito sul monte Méta di Patrick Thonon
Per la prima volta lontano da me di Rita Ozzimo NameErrorem
Insieme sì, ma come di Nicole Schulthes
…ed è stata una vera vacanza di Agnés Auschitzky
Soggiorni invernali di Lucia Bertolini
Prestare casa intervista a Francesca Biondi
Rubriche
Dialogo Aperto n.3
Vita Fede e Luce n.3
Libri
Quando il dolore bussa forte, Dori Zamboni
Un caso di coscienza, Henry Denker
Storia di un padre, David Melton
E non disse nemmeno una parola, Heinrich Böll