Suor Maria anima ogni settimana l’ora di musica. Il gruppo è di circa 12 ragazze, con capacità diverse, ma quasi tutte con un linguaggio abbastanza articolato.

Arriviamo, con Stefano, all’inizio dell’ora e troviamo una suora, non più giovanissima ma con un viso tanto sereno che dimostra una vitalità e un’allegria contagiosa. Le allieve sono in semicerchio; il gruppo è occupato in un esercizio di vocalizzazione, forse non del tutto perfetto, ma grazie ai gesti della professoressa e alle ripetizioni, progredisce verso il meglio.

Poi seguono gli esercizi di crescendo e decrescendo dell’intensità della voce, anche questi animati da gesti ben precisi, tanto ampi da sembrare quasi esagerati.

È la volta dell’esecuzione della scala musicale. Assistiamo ad una rappresentazione gestuale originale; tutte le allieve, insieme a Suor Maria, cantano ogni nota illustrandola con una certa posizione delle mani.

È un esercizio pieno di vita. La suora si muove, illustra, canta a pieni polmoni e con il suo entusiasmo trascina il gruppo.

Si passa agli esercizi di ritmo; ognuno riceve uno strumento, spesso costruito dalla suora stessa, che utilizza tutto ciò che può fare rumore come barattoli della coca cola, bicchieri dello yogurt incollati uno sopra l’altro, con dentro… nocciole, sassolini, ecc.

L’esecuzione è ottima, la musica di montagna ben ritmata. Due allieve che prima sembravano non partecipare, vengono incoraggiate personalmente e riescono ad integrarsi bene nell’attività del gruppo. Il loro viso cambia espressione, ed ora sono felici e sorridenti.

Messi al loro posto gli strumenti, si canta con il supporto di un piccolo organo elettrico suonato da Suor Maria, che con una mano suona e con l’altra dirige il canto.

E, finalmente, si balla, sul ritmo di una musica registrata. La Suora fa ballare la sua lunga gonna e con ampi movimenti trascina le più lente. Con Stefano ci ritroviamo in mezzo al gruppo, presi per mano spontaneamente dall’una o dall’altra. La danza è piuttosto libera; la priorità è lasciata alla gioia di esprimersi. La base di questa danza è un passo semplice, già conosciuto dalle ragazze. Poi il gruppo rappresenta delle figure ben precise, sempre pronte per essere inserite nelle varie feste dell’anno.

Finita l’ora di musica, possiamo fare qualche domanda a Suor Maria, per sapere come si arriva a questi risultati.

“Nulla di eccezionale, dice, ma occorre:

  • ripetere molte volte, ma senza annoiare
  • non fare troppo a lungo la stessa attività; di fatto l’ora di musica è sempre divisa in 5 o 6 attività diverse. È importante cambiare.
  • concretizzare il più possibile, con gesti dell’animatrice e gesti dei partecipanti
  • andare alla ricerca della musica adatta. Io registro molto dalla radio e dalla televisione, e a volte modifico, cioè prolungo, accorcio, ripeto, rallento… Poi naturalmente scelgo dai libri di canzoni i pezzi più adatti al mio gruppo. Ho trovato utile il libro “Musica e rieducazione” dell’editore Armando (1977).”

(a cura di Nicole Schulthes e Stefano Guarino)

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.29, 1981

Un’ora di musica con suor Maria ultima modifica: 1981-06-16T16:53:34+00:00 da Nicole Schulthes

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