Adesso non abbiamo più grandi progetti sul piano internazionale ma abbiamo ricevuto una nuova speranza e una nuova forza per quanto è essenziale in Fede e Luce: la vita nelle nostre piccole comunità.
Il pellegrinaggio avrà raggiunto il suo scopo se ogni comunità si sforzerà di vivere secondo la carta e la costituzione che si sono delineate poco per volta in questi dieci anni. Ne conoscete l’essenziale:
- che la persona handicappata mentale sia al centro dei nostri incontri, circondata dai genitori e amici
- che i nostri incontri siano a misura umana e i gruppi sappiano scindersi quando è necessario
- che si ritrovino regolarmente per dei tempi di preghiera, di condivisione e di festa
- che siano animati da un’équipe coordinata da un responsabile
- che questa équipe lavori in legame regolare con l’équipe Fede e Luce della regione o della nazione.
Mi sembra però che ciò che abbiamo ricevuto a Lourdes, se ci chiede la fedeltà a queste esigenze, ci chiama ad essere ‘prima di tutto’ comunità. Sta ad ogni comunità riflettere sulle proprie responsabilità e sul proprio cammino.
“L’amore di Dio è stato messo nei nostri cuori dallo Spirito che ci è stato dato. Portate questa pace in ogni luogo”. E’ il messaggio finale di Giovanni Paolo II.
Dobbiamo pensare molto alle famiglie che sono ancora isolate e che nessuno aiuta nella vita di ogni giorno. Ci sono molti genitori scoraggiati, in rivolta, nell’angoscia; tante persone handicappate che non hanno un ambiente, un posto dove possano crescere nella loro fede e nel loro essere; tanti giovani inoltre, che non hanno trovato il senso della loro vita, che rifiutano i falsi valori della società e che aspirano a una civiltà dell’amore senza sapere dove impegnarsi concretamente.
Il nostro pellegrinaggio ha segnato un inserimento più profondo di Fede e Luce nella Chiesa. Sul piano della comunità, questo significa che deve avere dei legami sempre più abituali e profondi con la chiesa locale. Dobbiamo essere molto vicini alle nostre parrocchie, se vogliamo che la persona handicappata trovi il suo vero posto e vi porti il suo messaggio.
Marie Hélène MATHIEU
(Traduzione dal francese a cura della Redazione)
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.30, 1981