La festa è certamente il momento più bello della vita di Fede e Luce; è il più significativo poiché è il luogo privilegiato d’incontro, di condivisione, di comunione ed è soprattutto il tempo in cui esplode la nostra gioia.
Ogni gesto, ogni canzone, è nello stesso tempo un’esperienza vissuta assieme e l’espressione della gioia che questo incontrarci suscita in ciascuno di noi.
È indispensabile dunque, che tutti abbiano la possibilità di esprimersi, di partecipare; non c’è gioia infatti se non si è tutti protagonisti, se non si è tutti al tempo stesso attori e spettatori; non si può comunicare se ognuno di noi non è assieme accolto e parola.
Non possono esistere “festeggiati” e “festeggianti” per il semplice fatto che solo insieme si è comunità.
Festa come
Per far sì che la festa sia realmente tutto ciò, è necessario preparar si per tempo: come tutte le attività comunitarie, anche questo momento può riuscire bene solo se organizzato con cura.
Questo non significa che la preoccupazione principale deve essere quella di fare, fare, fare, (l’efficientismo rovina infatti la gratuità dei momenti di festa) né tanto meno, bloccare la spontaneità! Al contrario, pensando in precedenza quali mezzi proporre per permettere ad ognuno di esprimersi e quali spunti offrire alla spontaneità, non si fa che facilitare “l’esplosione della gioia”.
Si tratta di scegliere con quali gesti mostrarci comunità, consapevoli che è sempre la presenza dei più piccoli quella che trascinerà anche i più compassati e i più tristi.
La preparazione inoltre, è mio parere, è già un momento della festa: tutti possono collaborare preparando scenette o addobbi, imparando canti nuovi, architettando giochi o danze fantasiose.
Sarà un’occasione in più per conoscersi, per ritrovarsi nelle case, e per vivere, durante tutto il mese, l’attesa del momento culminante. Ognuno si sentirà così responsabile della celebrazione – perché la festa è pure la celebrazione della gioia – e sarà più facile per tutti sentirsi uniti.
Hai ragione, scusa. Trascrivo blocchi molto più lunghi:
È necessario ovviamente che qualcuno coordini poi i singoli contributi e, in questo modo, si eviterà che l’animatore diventi un ruolo demandato ad un singolo.
La musica, a mio parere, ha in sé capacità enormi: con essa si può
- cantare
- ritmare
- ballare
- suonare… e in più parlare giocare
E ancora si possono combinare tra loro tutte queste possibilità:
- canzoni ritmate con battito delle mani
- danze accompagnate da canzoni
- giochi con segnali musicali…
Per quanto riguarda i giochi (a coppie, a squadre, tra singoli rappresentanti delle squadre) i più semplici sono i più belli, poiché i meccanismi di base sono sempre gli stessi, mentre infinite possono essere le varianti. Vi sono giochi di riconoscimento di nascondimento, gare sportive, ecc. Se la fantasia stenta a prendere il volo, la si può aiutare cercando di adattare, secondo le esigenze, giochi che tutti conoscono (i quattro cantoni; 1, 2, 3,… stella; palla a mano; anello nascosto…)
L’espressione teatrale infine è estremamente ricca: scenetta, mimi, burattini.
I testi teatrali possono essere inventati o improvvisati (è la cosa più divertente!), oppure ottenuti trasformando opere teatrali, letterarie, caroselli, fiabe, canzoni…
È importante, infine, distribuire bene i vari momenti della festa, in modo da alternare movimento e riposo, canzoni e scenette.
Ecco, (come esempio) la scaletta di una Festa:
- saluti (è un momento indispensabile: si conoscono i nuovi amici, ci si ritrova, si scambiano notizie e saluti, anche sulle spalle, ecc.)
- canti e danze in cerchio (per scaldare gli animi)
- scenette o gioco (inframmezzate da canti)
- grande merenda (importantissima! È segno di condivisione, oltre che indispensabile ricarica, momento di sfogo e di nuovi dialoghi)
- canti e danze finali.
Il modo migliore per esprimere, vivere insieme la gioia, va quindi cercato -cercato insieme- tenendo presente che la ricerca è tutta vissuta!
Fabio Sbattella
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.29, 1981