Il timore più grosso, nello stendere queste righe, è quello di ripetere cose già dette, di riprendere concetti già svolti. Ma “ripetita iuvant”, si usa dire, e inoltre potrebbe servire per qualcuno che si avvicina solo adesso a FEDE E LUCE, e queste cose ancora non è riuscito ad approfondirle.
Chiesto scusa, dunque, a chi è già navigato, veniamo al punto. È importante l’animazione nei nostri Gruppi? La risposta è sì e vediamo di chiarirne i motivi.
Se cerchiamo su un qualsiasi dizionario la definizione del verbo “animare”, leggiamo: “Dare vita, movimento, calore.” Bene: le nostre Comunità hanno un continuo bisogno di vita e di calore. E per diverse ragioni.
I ragazzi e le famiglie che avviciniamo e che vengono alle nostre feste, arrivano con un loro fardello di amarezze quotidiane. Chi l’ha più piccolo e più pesante ma ciascuno deve poter trovare un ambiente, a misura d’uomo, che lo aiuti a sciogliere quella scorza gelata che lo avvolge.
A misura d’uomo, perché ciò che può piacere ad uno di essi può non riuscire gradito ad un altro; perché quando fa “esplodere” la gioia di un ragazzo può disturbare un adulto.
Ecco allora il primo compito dell’équipe di animazione: cercare la misura, il taglio da dare ai vari momenti della festa o dell’incontro, di qualunque tipo esso sia, gioioso o spirituale.
Il desiderio di portare tutti i componenti della Comunità a incontrarsi e ad esprimersi con la massima libertà e naturalezza, deve evitare forzature di toni e di modi che potrebbero condurre al risultato opposto.
Col tempo, anche la persona più chiusa e più schiva, può lasciarsi in un movimentato e gioioso “serpentone”; ma tutto deve avvenire per gradi, e cadendo quale retaggio di isolamento, o cadimento di rifiuto, può ancora esistere nell’animo di tanti nostri amici che per la prima o per le prime volte vengono alle riunioni di FEDE E LUCE.
Mi scuso, hai perfettamente ragione. Trascrivo brani molto più lunghi per accelerare il lavoro:
E allora, oltre a dosare la festa nelle sue varie sfaccettature, l’équipe di animazione dovrebbe riuscire ad utilizzare le doti di ciascun componente del gruppo.
Per chi ha… il carisma del clown, o quanto meno ci sa fare con la battuta pronta e il gesto che trascina, il posto è là, al centro delle sedie disposte in cerchio.
Per chi è un po’ meno spigliato, ma riesce comunque a fare egregiamente di spalla, il posto è tra i ragazzi, per sostenere la riuscita dei canti, dei balli, dei giochi a squadra; insomma è utilissimo per tener su il tono generale della festa.
E per chi infine, non meno prezioso, se la deve vedere ogni minuto con la propria timidezza o col riserbo che gli è naturale, c’è sempre urgente il compito di far vivere la festa anche ai margini di quel cerchio di sedie. Avvicinando i più freddi o timorosi, attaccando discorso con loro, cercando di coinvolgerli poco a poco, magari con la complicità di una fetta di torta o di una aranciatà; soprattutto partendo dalla convinzione che la sua timidezza lo fa ancora più fratello di quel ragazzo che ha “paura” di lasciarsi trascinare in un gruppo di gente che a lui, forse, sembra un po’ matta.
E così anche il dialogo paziente e affettuoso, o l’ascolto silenzioso dei più piccoli, diventa animazione vera e di immenso valore.
Quando, all’inizio, si diceva che i nostri Gruppi hanno continuo bisogno di vitalità e di calore, lo intendevamo non solo nei riguardi dei ragazzi e delle loro famiglie, ma anche nei nostri confronti.
Se sottovalutiamo l’apporto di un’adeguata animazione, le nostre riunioni possono diventare dei vuoti d’aria paurosi. Da qui l’importanza che il compito non cada su una o due persone soltanto, ma su una équipe affiatata e responsabile, nella quale ognuno sa che, se intonare un canto o fare il “pazzariello” non è esibizionismo ma servizio, è anche servizio far forza su noi stessi per non tirarci indietro, per vincere i nostri complessi o la nostra ignavia.
E allora, vogliamo provare a rimboccarci le maniche?
Tony Casazza (Milano), 1981
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.29, 1981