Gennaio 1980

Rispondendo all’appello di Lourdes, scopriamo di avere le mani vuote e talvolta anche il cuore senza maschere o etichette. Va bene essere così come siamo, siamo abbastanza attenti agli altri?

“Fratelli, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo. Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: “Tu siediti qui comodamente” e al povero dite: “Tu mettiti in piedi lì”, oppure “Siediti qui ai piedi del mio sgabello”. Non fate così dentro di voi un giudizio? Ascoltatemi, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?” (Giacomo c.2, vv.1-5)

Tutti insieme

Una delle preoccupazioni delle nostre comunità è accogliere i fratelli feriti più gravemente e i più emarginati.

Questa accoglienza incondizionata contribuisce a fortificare la vita delle comunità perché l’apertura alle persone più dolorosamente colpite è sempre un appello ad un’amicizia più profonda tra ciascuno dei membri di questa comunità.

Di recente abbiamo conosciuto Sabina e con lei abbiamo passato una settimana in campeggio; Sabina ha tredici anni, non vede, non parla, sente poco, cammina appena, e comunica con il mondo esterno attraverso il tatto. Il suo viso, dall’espressione tenera e misteriosa, lascia però trasparire di tanto in tanto sentimenti di tristezza e di gioia. Il campeggio vissuto con lei ci ha permesso di conoscerla meglio.

Certo, c’è stato un po’ di lavoro in più; qualche ora di spiegamentare, qualche giorno con lei vissuto insieme è stato vissuto in maniera intensiva. A poco a poco siamo “esperti” reciprocamente, e Sabina costantemente ci ricordava all’essenziale… ci toglieva la voglia di lamentarci, non solo delle mille piccole difficoltà del campeggio in montagna, ma anche dei problemi personali di ciascuno.

La sua partecipazione non è stata un freno alle attività della comunità; dal mattino alla sera non facevamo nulla senza di lei, ed il suo “sì” era l’ultimo. Per molti è stato l’inizio di una conversione…

(testimonianza italiana all’incontro di Bruxelles)

Suggerimenti

  • La nostra comunità è accogliente e attenta a coloro che sono isolati, specialmente i più colpiti dall’handicap, sia che siano nelle loro famiglie, o in istituto, o in ospedale psichiatrico?
  • Informare del progetto del pellegrinaggio o della celebrazione pasquale i responsabili della parrocchia, e vedere con loro se conoscono persone con le quali sarebbe eventualmente bene entrare in contatto; lascia loro magari della documentazione su Fede e Luce.
  • Alcuni di noi sarebbero pronti a suscitare un’altra comunità?
3. In comunità “accoglienti” ultima modifica: 1981-12-16T17:54:34+00:00 da Redazione

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