Quello che segue è un tema di terza media che la mamma di Andrea ha ritrovato fra le sue cose: “La mia vita è tutta un dono. Anche io innalzo il mio cantico di lode”.

Quando la vita ci accoglie, noi siamo come teneri virgulti, esserini immacolati, e viviamo in un mondo di immagini nuove che poi diverranno tanto familiari.

La vita, questo dono grandioso che solo adesso inizio a capire, è come un miscuglio di erbe; odora di aromi gentili, ma come sarà il sapore?Dolce o amaro? Îo posso dire dolce, e ringrazio Dio di tutto ciò che mi ha dato in particolar modo di mia sorella.

Povera bambina! Lei mi ha fatto capire il valore dell’amore, lei mi ha fatto capire un mondo, il suo, quello degli “emarginati”, in cui, diversamente, non sarei penetrato, di cui sarei rimasto alla superficie senza scandagliarne il fondo, senza accorgermi di ciò che in esso succede.

Lo ringrazio dei primi dispiaceri avuti dai miei amici: essi non mi volevano con loro e questa mia emarginazione mi ha aiutato ad accettare gli altri senza mortificarli come era successo con me, mi ha fatto capire le difficoltà di un ragazzo ad inserirsi in un gruppo, mi ha insegnato come aiutarlo.

Lo ringrazio dell’affetto dei miei genitori, che mi hanno guidato a comprendere il valore della vita e tante altre cose essenziali per la formazione di basi solide su cui edificare il mio futuro.
Lo ringrazio di avermi dato una intelligenza normale, e di tutto ciò che ho avuto da Lui, dalla nascita sino ad oggi.
Lo ringrazio perché pregando ritrovo un ideale di vita, sento in me che l’egoismo, il menefreghismo; la cattiveria sì dissolvono come neve al sole, trovo la forza di continuare, anche nei momenti in cui sento tutto crollarmi addosso, in cui capisco che un idea le a cui credevo ciecamente è sbagliato, e Lo ringrazio anche per le cose future, perché so che non saranno brutte.

Andrea Varoli, 1980

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.25, 1980

La mia vita ultima modifica: 1980-06-16T17:20:34+00:00 da Redazione

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