Pablo ha circa 10 anni e fino a due anni fa non si era mai allontanato da casa se non per qualche ora, l’avevamo tenuto sempre vicino e il pensiero che altre persone non sarebbero state capaci di capire le sue necessità ed avrebbe pianto la nostra lontananza ci aveva fatto scartare qualsiasi occasione anche se minima.
Invece niente di tutto questo, anzi abbiamo scoperto che lui con i suoi amici poteva fare a meno di noi, soprattutto di me che per eccessiva protezione non gli avevo fatto fare una vita più normale più a contatto con gli altri.
Così in occasione di un campeggio Fede e Luce si è allontanato per una settimana, ritrovarlo è stata una vera rivelazione, gli erano bastati pochi giorni per riuscire a pronunciare delle sillabe che noi speravamo di sentire ma non così in fretta. Infatti la sua e anche la nostra vita è cambiata sono state continue sorprese e per questo ne sento un po’ il rimorso, per non esserci svegliati prima dal letargo in cui eravamo. Perché una mamma non può sostituirsi alle esperienze che può fare un bambino con i suoi coetanei. Fra loro c’è un continuo scambio e Pablo dopo circa due anni è molto maturato psicologicamente e questo ci da tanta sicurezza.
Ora i suoi amici sono anche nostri amici e in casa ha di cosa parlare ogni volta che va fuori, fa la sua passeggiata si prolunga per giorni e giorni, racconta a suo modo tutto, chiede di tutti e con un telefono invisibile fa lunghe telefonate con gli amici che sente più vicino, prende accordi per quando li rivedrà, ora i suoi pensieri sono popolati di passeggiate fatte insieme a quelle che verranno, di canti e risate, insomma abbiamo ritrovato tramite lui la gioia di vivere.
Rita Ozzimo, 1979
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.21, 1979