È forse utile, soprattutto per i nuovi amici, rispondere a questa domanda che ci siamo fatti e che ci viene fatta spesso.
È difficile definire uno spirito e molto, forse il più, è inesprimibile perché l’importante non è parlarne o discuterne ma viverlo: questo, non è sempre facile.
In queste due parole è racchiuso lo spirito che deve essere l’animatore di ogni incontro Fede e Luce.
Ognuno di noi dovrebbe meditare, riflettere sulle parole che seguono ma soprattutto far sì che da parole esse diventino gesti, atteggiamenti, attenzioni, delicatezze, esami di coscienza; in una parola, parte della nostra vita.

FEDE – credere

  • che ogni persona, handicappata o meno, ha in sé una dignità umana e divina che va rispettata e fatta crescere.
  • che il valore della persona deve essere cercato al di là della sua apparenza.
  • che il valore della vita non è legato alla autonomia o alla produttività.
  • che i nostri schemi di comprensione non escludono l’esistenza di altri schemi.
  • che nulla più dell’amore può aiutare una persona a dare il meglio di sé.
  • che i genitori, anche se forti e coraggiosi, hanno bisogno degli altri.
  • che tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno di amare e di essere amati
  • che siamo tutti amati da Dio, così come siamo
  • che questo Amore dà un senso alla nostra vita.

LUCE – Scoprire, attraverso la fede nell'”altro”:

  • che i “piccoli” mettono in noi una luce che ci rivela la nostra vera persona al posto del personaggio che credevamo di essere
  • che questa luce, ricevuta dai più piccoli, ci invita a dare alle cose il loro giusto valore e a rimettere in causa la scala dei valori
  • che la loro presenza nella Chiesa è un appello costante a convertirsi allo spirito delle Beatitudini per testimoniare nel mondo la
  • parola di Gesù: “Beati i poveri”…
  • che i piccoli ci obbligano a raggiungerli nella loro semplicità, nella loro limpidezza
  • che essi sono, dunque, un elemento di unione e di verità tra le persone

Con l’augurio che non rimangano parole.

Mariangela Bertolini, 1979

Mariangela Bertolini

Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.

Tutti gli articoli di Mariangela

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.23, 1979

Perché vi chiamate “fede e luce”? ultima modifica: 1979-12-16T18:59:34+00:00 da Mariangela Bertolini

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