La celebrazione dell’Eucaristia ha un posto importante negli incontri Fede e Luce. Assume aspetti alquanto diversi tra loro a seconda delle circostanze. Ricordo le messe celebrate in occasione dei grandi raduni di Roma, Lourdes o Assisi… O ancora messe all’aria aperta su un altare di fortuna ove ciascuno aveva portato la sua pietra. Messe di gruppi in una cappella o in un locale parrocchiale, Messe al capezzale di un amico incapace di muoversi.

Le occasioni sono diverse, ma l’evento celebrato è evidentemente unico. In ogni circostanza, l’Eucaristia ci invita a “offrire il sacri ficio di tutta la chiesa per la gloria di dio e la salvezza del mondo“,

Negli incontri di Fede e Luce, l’Eucaristia riunisce insieme persone rese fragili da un handicap mentale, i loro genitori, i loro amici, per una preghiera dalla quale nessuno è escluso. Attorno alla mensa del Signore le barriere scompaiono, noi formiamo una sola famiglia dove ciascuno è accolto e amato così come è. Non si tratta in alcun modo di “messe – per – handicappati”. Guardando Gesù, noi scopriamo che il nostro primo handicap è costituito dalla nostra incapacità ad amare e a lasciarci amare.

Quale posto riserviamo nelle nostre assemblee alle persone colpite nella loro intelligenza? La formula liturgica dell’accoglienza all’inizio della celebrazione è qualcosa di diverso da una semplice formula? Mi ricordo di quel giorno in cui la processione veniva avanti per la comunione. Arrivò il turno di Jean. Mentre gli presentavo il Corpo di Cristo egli mi saltò al collo: “Buongiorno Louis”. Alcuni istanti prima, entrando in chiesa con troppa fretta, ero passato davanti a lui senza salutarlo.

È inutile dire “silenzio” se c’è un po’ di rumore nella chiesa; o di girarsi se c’è un po’ di agitazione, Ognuno prega a modo suo con i suoi gesti, le sue parole. L’importante è essere insieme, riuniti dalla Parola di Dio.

La persona handicappata ha diritto al Vangelo completo. Più di una volta il Vangelo del giorno mi sembrava difficile, ero tentato di togliere un’altra pagina, magari un altro autore… Ma erano in realtà Sabina, Chicca, Maurizio e tanti altri che mi aiutavano a vederci chiaro “sarete perseguitati a causa del mio nome“.

Dopo la lettura del Vangelo, il celebrante non dice “comprendiamo“… ma “acclamiamo la parola di dio“. A cosa serve infatti capire la Parola se ciò non trasforma la nostra vita in lode? L’esplosione spontanea della gioia, l’atmosfera di comunione intensa, il clima di semplicità che danno alle messe Fede e Luce la loro nota così particolare alimentano la nostra speranza e ci ricordano che dal mattino di Pasqua l’odio non ha più l’ultima parola.

Celebrando l’Eucaristia proclamiamo la vittoria di Gesù sulla morte e affermiamo che ogni sofferenza, unita alla sua, porta con sé un germoglio di resurrezione.

prendete e mangiatene tutti“… L’incontro dei nostri fratelli feriti con Gesù, Pane di Vita, ci fa intravedere l’amore folle di Dio per ognuno di noi e specialmente per i più piccoli. Ci domandiamo spesso se la persona handicappata può o no ricevere Gesù (rispondendo volentieri al suo posto quando lei non sa esprimersi) e non pensiamo abbastanza al desiderio che Gesù ha di darsi a lei.

Sento ancora la voce di questo papà che, alla fine della messa in cui avevo dato il Signore alla sua piccola Sylvie, mi diceva: “Grazie di non aver respinto mia figlia!”. Quanta strada percorsa da allora! Quel giorno io avevo “sottovalutato l’Eucaristia” o annunciato Gesù Cristo?

Louis Sankalè, 1979

Sacerdote

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.21, 1979

Per la nostra riflessione: Prendete e mangiatene tutti ultima modifica: 1979-06-16T19:50:34+00:00 da Luis Sankalé

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.