Un guasto al motore e un aviatore si ritrova improvvisamente solo in mezzo al deserto: per compagni solo la sabbia, il silenzio, le stelle…
Ad un tratto sente una voce accanto a lui e una strana domanda “Mi disegni una pecora?”. È il Piccolo Principe, un ragazzino venuto da un lontano piccolo pianeta che con la sua presenza ed i suoi racconti – ingenui ma pieni di filosofia – gli tiene compagnia fino a che l’aereo non è pronto per ripartire.
Ora per il piccolo principe è tempo di tornare sul suo pianeta – una stella – lasciando però sulla terra il corpo, perché troppo pesante; ma tanto sarà come una vecchia scorza abbandonata. Non sono tristi le vecchie scorze… Quello che è importante non lo si vede…”
È un libro che a prima vista può apparire solo fantastico, adatto all’immaginazione dei fanciulli, ed è con l’innocenza di questi che va in effetti letto.
Legati tra loro da un sottile filo, vi si potranno allora scoprire vari e veri aspetti della vita degli uomini: la bizzarria degli “adulti” privi di immaginazione e di poesia; la condanna di quanti si sentono “grandi” e pensano – come il vanitoso, l’uomo d’affari o l’ubriacone (tutti personaggi del libro) solo a se stessi, si ripiegano sul proprio io egoista; l’importanza dell’amicizia vera e della fedeltà ad essa, disinteressatamente “è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”; la capacità dei piccoli – il piccolo principe – di meravigliarsi di piccole cose, come lo sbocciare di un fiore, e il mistero delle loro lacrime che a volte richiedono solo comprensione e contemplazione.
Il piccolo principe è un personaggio unico come unico è ogni essere; ma ad uno sguardo ancora più attento – “gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore” – potremmo credere di aver già incontrato o ascoltato questo fanciullo perché nella fragilità del suo essere è racchiusa la fragilità di ogni piccolo, nelle sue parole è l’esempio e gli interrogativi che spesso ci indirizzano i bambini, nella sua presenza accanto al pilota – presenza inattesa, scomoda specialmente all’inizio, e sempre misteriosa – vi è forse una relazione profonda con la presenza di tanti bambini nelle loro famiglie e nel mondo di oggi.
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.21, 1979