È così naturale tenere fra le braccia un neonato… Così come è un gesto naturale tenere fra le braccia un bambino handicappato.
Ma, un adulto…
Ascoltare i balbettii di un bambino è una cosa, cercare di interpretare quelli di un adulto… è tutt’altro.
Dar da mangiare ad un bambino, anche un po’ cresciuto è una cosa, ma dover imboccare un uomo, è tutt’altro.
È naturale dover provvedere alle cure igieniche di un bambino; ma fare questo servizio ad un adulto, non è poi così naturale.
Lavare, nutrire, cullare,portare, spingere, un bambino piccolo, per una mamma giovane, è una cosa spontanea. Ma tutto questo, ad un adulto, quando per di più non si hanno più vent’anni, è tutta un’altra cosa.
Eppure questo adulto handicappato, lo abbiamo cullato, nutrito, portato, quand’era piccolo…
Impercettibilmente, giorno dopo giorno, il suo corpo è cresciuto. Ma è sempre lui: nostro figlio e nostro fratello.
Focus: gli adulti profondamente handicappati, alcune testimonianze
Non avrei mai pensato…
Siamo stati dei buoni genitori?
Un antidoto alla disperazione
Mio fratello Marco
Sprovveduto e sorpreso… chi non lo è?
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.22, 1979