Nel 1967 eravamo giovani e pieni di entusiasmo e iniziammo ad andare a Stella Mattutina (Villaggio Medico Pedagogico) una domenica al mese per giocare con i ragazzi e per fare del “bene al nostro prossimo”.
Ci sentivamo molto bravi e tutto andò liscio per un po’, poi l’entusiasmo sparì e pur senza tralasciare l’impegno, ci dedicammo allo sci e alle gite in montagna, ma ormai il nostro cuore era legato ai ragazzi e niente ci soddisfaceva; solo quando eravamo a Stella Mattutina con i nostri piccoli amici ci sentivamo felici.
Con un gruppo di amici decidemmo di intensificare l’attività con i ragazzi andando una domenica sì e una no.
Le suore dell’Istituto pensarono di “affidarci” due gruppi di ragazzi: “I Passeri” e gli “Scoiattoli”, che abitavano in una palazzina chiamata il “Bosco”, così per tutti diventammo ‘gli amici del Bosco”, nomignolo che ci rimane ancora oggi.
Erano tempi duri per noi; ci incontravamo ogni sera: Mario dopo otto ore di fabbrica, una cena “volante” a base di panini, poi tre ore di scuola serale di meccanica; io, otto ore in un grande magazzino, cena volante e tre ore di scuola serale da vetrinista.
Alle 2 di sera finalmente potevamo vederci, stare insieme un po’… e parlavamo dei nostri passeri e scoiattoli.
In quel periodo l’assiduità alla preghiera con l’appoggio di Don Gasparino e del centro Missionario P. De Foucauld di Cuneo, ci è stata di grande aiuto. La stanchezza spariva appena avevano varcati i cancelli di Stella Mattutina e ci trovavano in braccio, appesi al collo, sulla schiena, abbracciati alle nostre gambe, i ventotto frugoletti sorridenti che urlavano “Ciao Mario e Betty”. Alla sera eravamo a pezzi ma il morale era alle stelle. Nell’aprile del ’72 i “Passeri” e gli “Scoiattoli furono gli invitati d’onore al nostro matrimonioe
Dopo tre mesi iniziai ad attendere il nostro primo bimbo. La mia gravidanza fu occasione per lunghi discorsi con i nostri ragazzi.
Quante domande! Il miracolo di una nuova vita in me era veramente troppo per loro! Tramite Stella Mattutina venimmo a conoscenza del movimento Fede e Luce, ci sembrò un’iniziativa bellissima e con S.Annina e altri giovani decidemmo di dare vita a un gruppo Fede e Luce qui a Cuneo. Si iniziò avvicinando alcuni genitori dei nostri Passeri e Scoiattoli poi altre famiglie si unirono. I momenti più belli della nostra vita li abbiamo trascorsi insieme come il giorno del matrimonio anche al battesimo di Claudia e a quello di Andres, il nostro secondogenito, i nostri ventotto amichetti erano presenti quali invitati d’onore.
Quante volte ho pregato per Claudia e Andrea quando iniziavano appena a camminare e andavamo a giocare a Stella, temevo sempre di vederli travolti dalla mischia dei ragazzi più alti che giocavano al pallone, ma loro passavano sempre traballanti tra un pallone e l’altro senza mai essere colpiti. Certo, i loro Angeli Custodi avranno avuto un bel da fare in quei momenti, ma grazie a Dio non è mai successo niente di grave.
E così avanti, il tempo passa, il gruppo Fede e Luce cresce e crescono anche i nostri bimbi, che attendono con gioia il sabato pomeriggio per giocare, lavorare e stare insieme agli amici di Stolla.
Essendo abituati da sempre a stare con ragazzi diversi essi trovano del tutto normale questo fatto e non si pongono tanti problemi, sembra che non capiscano… Ma alla sera quando facciamo un po’ di preghiera spontanea tra noi li sento mormorare: “Gesù guarisci E., C., M. e tutti i bimbi malati come loro”.
Certo non è stato sempre facile, abbiamo rinunciato a molte cose, ci sono state molte pene; però voltandomi indietro, ora, a 12 anni di distanza, mi accorgo di quanta gioia, quanti doni preziosi il Signore ci ha offerto su un piatto d’argento, noi abbiamo sempre preso a piene mani fermandoci di tanto in tanto a dire: “Grazie”.
Se penso che eravamo partiti per dare qualcosa… ora mi accorgo come ciò che abbiamo dato è un granello di sabbia vicino alla montagna di grazie che il Signore ha dato a noi e ripenso allo parole di Gesù:
“Cercate il regno di Dio e fate la sua volontà, tutto il resto vi sarà dato in più.” (It, 6533-34).
Mario e Betty Collino, 1979
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.21, 1979