Incontro inatteso

Se oggi sono amico di Fede e Luci è grazie alla conoscenza fortuita con Padre Roberti al Santuario di Banneux (Belgio) questa estate.

Dopo avermi parlato della vita all’Arche e di J. Vanier Padre Roberti mi diede degli indirizzi di Fede e Luce a Roma. Così si apre per me un universo di gioia, di speranza, di amore fino ad allora sconosciuto. È difficile lasciare FL quando ci si comincia a conoscere perché essa aiuta l’uomo a liberarsi da molti pregiudizi sui nostri fratelli feriti, ci libera dalle nostre paure di amare, di aprirci spontaneamente agli altri.

L’ideale di FeL mi ha sedotto come può essere sedotto ogni cuore aperto all’amore di chi ha bisogno di aiuto, bisogno di attenzione e di amore, di chi manca di tutto e attende ogni cosa dagli altri.

Devo dire che FL mi aiuta a comprendere la sofferenza del Cristo sulla Croce in mio fratello ferito, che ho sempre incontrato per strada senza vederlo,

Spero e sono disposto a condividere tutto quel che ho con FL.

Che il Signore ci aiuti a vivere insieme nel silenzio creatore, nella gioviale messa in comune © nell’ascolto della sua parola.

Lorenzo Kapanda


Piano… Piano…

Sabato, un piccolo gruppetto siamo andati alla Messa vespertina in Parrocchia.

Sia Massimo che Vincenzo mettevano, credo, per la prima volta nella loro vita piede in un® comunità parrocchiale. Vincenzo ed io siamo andati insieme a ricevere Eucaristia: mai la navata di una Chiesa mi è parsa così lunga, mai ho sentito sguardi – benevoli a dire il vero – ferire così. È mi è parso allora di capire in modo nuovo l’importanza di partecipare insieme alla messa, l’importanza degli amici attorno alle famiglie.

Se fosse stato mio figlio forse non avrei avuto il coraggio di sfidare il giudizio altrui e l’incognita della reazione del sacerdote, Il parroco, invece, parendo un istante di dubbio del chierichetto accanto a lui, è stato veramente Padre, Ministro di questo sacramento che Cristo ha offerto ad ognuno di noi, senza limiti.

MG.


La domenica seguente

Siamo tornati a Prima Porta la domenica seguente. Pioveva, faceva freddo, non c’era nessuno. Non un segno che permettesse di identificare il posto di Chicca… Il silenzio, il mistero della sua vita nuovamente presenti… Eppure ora un bambino giocava ingenuo ed incurante del fango tra quelle tombe… Con le sue brevi corse sembrava volersi rendere interprete di un messaggio di pace, di abbandono, tradurre in un linguaggio che non può essere fatto di parole umane di un mistero così straziante come la morte, la musica dell’anima di Chicca e di quanti a noi cari vivono la vita eterna.

Oggi il messaggio di Maria Francesca, di Mauro, di Steve, è serenità, serenità dalla quale, seppur controvoglia, dobbiamo lasciarci contagiare.

un’amica


Carissimi,
grazie ancora di tutto cuore per averci tanto aiutato nella realizzazione del numero sulle Comunità Fede e Luce.
Avete veramente sostenuto la nostra speranza quando saremmo stati tentati di scoraggiarci.

Marie – Hélène Mathieu


Io non sapevo

Io non sapevo
lo non capivo
Io non mi rendevo conto
Io non riuscivo con tutte le mie forze
a capire la “Tua Parola”.
Ma da quando sono entrato in mezzo a voi, ‘con i miei fratelli soffriamo entrambi,
sono riuscito a trovare la vera esistenza, ed il vero valore di Dio che ci unisce l’uno con l’altro e la vera sofferenza: che la società stessa rinnega.

Luigie e Maria


Maria Francesca Bertolini

è entrata nella pace del Signore il 2 novembre 1978

Uno dei messaggi inviati a Mariangela dopo la morte di Chicca

Questo articolo è tratto da:

Insieme n.20, 1979

Ci hanno scritto n.20 ultima modifica: 1979-03-16T20:00:34+00:00 da Redazione

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