San Cirillo – Roma
Oggi 22 aprile 1978 è nato un nuovo gruppo di Fede e Luce, il gruppo S. Cirillo.
Dopo un violento acquazzone è uscito il sole come per incoraggiarci ancora di più ad andare incontro ai nuovi amici. Veramente mi sentivo un po’ in apprensione, ma man mano che ci vedevamo e che gli amici degli altri gruppi venivano a trovarci, mi sono sentita come sempre, cioè bene e ho pensato fra me come mai prima mi sentivo un po’ agitata. Invece, rivedere tutti…
Come è difficile spiegare cos’è Fede e Luce! Ogni volta che vengo a un incontro scende in me una pace interiore che esplode poi per tutti voi in una gioia grandissima di rivedervi, dal più piccolo al più grande: il più piccolo che con un sorriso ti fa capire che ti ha riconosciuto e il più grande che ti saluta me se in quel momento non esistessi che te sola. E io vorrei che tutti gli amici di S. Cirillo, in special modo le persone che hanno più bisogno, conoscano cos’è Fede e Luce, e le persone più colpite riescano a comprendere che con la nostra disgrazia Dio non ci ha voluto castigare, ma per il Suo disegno Divino, che in alcuni di noi il vero significato rimane ignote, ci abbia voluto mettere alla prova con un compito così grande.
I nuovi amici sono molto simpatici; assieme a Don Edoardo che ci ha ospitati e speriamo che presto siano più numerosi per accogliere i nostri amici più bisognosi.
Rita Ozzimo, 1978
Villa Patrizi – Roma
Mi hanno chiesto di scrivere qualche considerazione sulla vita di Villa Patrizi in questi ultimi mesi. Più che parlare delle singole feste, degli incontri, del loro andamento, mi interessa fare qualche considerazione in generale.
Prima di cominciare a scrivere ho riletto qualche pagina di due numeri di “Insieme” dell’anno scorso e in particolare sulle domeniche in “Casetta”: e mi sono tornati in mente i nostri stati d’animo, le nostre sensazioni ed emozioni, i discorsi che facevamo. Eravamo pieni d’entusiasmo come non c’era mai successo, ci sembrava di passare, durante gli incontri. dei momenti di sogno, fuori dalla realtà.
Pensavamo che il motivo per cui partecipavamo alla vita del gruppo fosse di tipo egoistico, che ci spingeva a farlo solo il fatto di trovarci bene, pensavamo forse che sarebbe continuato sempre in quel modo, ovviamente e per fortuna non è stato così.
La vita di Fede e Luce è entrata nella realtà della vita di ciascuno di noi, con le sue feste, i suoi incontri, ma anche i suoi problemi e le sue difficoltà.
Mi sono accorto fin dal campeggio estivo (il secondo per me), che non avrei più potuto venirci con la spensieratezza di prima, quando sapevo che ogni minuto mi avrebbe riservato nuove e continue emozioni di gioia e felicità.
Ho visto che rinnovare l’impegno poteva voler dire anche andare incontro a fatiche, a difficoltà, a nervosismi che prima non esistevano. E così è stato per me e, penso, un po’ per tutti noi che siamo in Fede e Luce da così poco.
Qualcuno di noi ha avuto grosse difficoltà e si è assentato per lunghi periodi si è fatto vedere raramente; altri ancora si non si sono più visti, ma molta nuova gente continua a venire: segno che è stato positivo scoprire in Fede e Luce anche gli scoraggiamenti e le difficoltà in genere, ma sono sicuro che questo secondo anno è stato per me più importante del primo.
Questo vale anche per ciò che riguarda la vita da gruppo di Villa Patrizi di cui faccio parte da due anni. Soprattutto quest’anno sono diventati molto forti per noi i problemi di questa comunità composta di numerosissimo persone che, ancora all’inizio dell’anno, si conoscevano poco o per niente.
È chiaro che avendo un solo incontro al mese è molto difficile essere abbastanza uniti e affiatati e molto spesso ci siamo trovati a disagio e senza soluzioni da suggerire.
Poi durante l’anno ci siamo visti di più, siamo riusciti a fare un certo numero di riunioni organizzative e abbiamo anche passato qualche domenica insieme dalla mattina alla sera; sull’esempio della “Casetta” del Nazareth.
Anche se abbiamo ancora molta strada da fare per imparare a stare meglio insieme, penso che questi ultimi mesi siano stati particolarmente importanti. Con un maggior impegno e una maggiore organizzazione siamo riusciti a passare insieme dei momenti che penso abbiano lasciato soddisfatti tutti quanti.
Mi è piaciuta in particolar modo l’ultima domenica che abbiamo passato insieme: dopo essere stati in giro durante la mattina abbiamo pranzato insieme: abbiamo passato poi il pomeriggio in giardino, al sole, facendo piccoli lavori per il “mercatino delle pulci”. Penso che eravamo tutti tranquilli e sereni come difficilmente succede
nelle feste un po’ “caotiche” di villa Patrizi.
So che la volontà di fare in modo che sia così sempre più spesso c’è in tutti noi; non aspettiamo altro che delle occasioni per concretizzarla (a cominciare dalla gita che abbiamo fatto insieme il 4 giugno).
Pinino, 1078
Hands-out S. Paolo – Roma
Giunti alla fine dell’anno sociale, abbiamo voluto dare uno sguardo indietro, per vedere ciò che abbiamo fatto quest’anno.
Dall’inizio dell’anno, cioè da ottobre, abbiamo fatto ogni mese una festa grande, dove si mangiava, si giocava e si pregava tutti insieme.
Sempre una volta al mese ci siamo incontrati con i genitori per discutere insieme a loro dei vari problemi, e del Gruppo e dei singoli ragazzi.
Inoltre c’è da segnalare la vendita fatta per creare un fondo cassa e per la cui realizzazione tutti i ragazzi sono stati messi al “lavoro”, sfruttando le loro capacità nel fare lavoretti con “colla e mollette”, “cartoncino e colori”, “cotone e uncinetto”, “gesso e calchi”. C’è da dire che la vendita ha riscosso molto successo e grazie ai suoi proventi il Gruppo si è potuto recare pressoché compatto al pellegrinaggio ad Assisi.
Sempre a marzo abbiamo organizzato una pesca che ha avuto lo scopo di farci conoscere un po’ di più nell’ambito del Centro.
Abbiamo pure partecipato alla festa della Luce e a quella della Primavera che sono state un’occasione di incontro con gli altri Gruppi, rispettivamente nel mese di Febbraio ed in quello di Maggio; così come siamo stati sempre presenti con i nostri rappresentanti (Cinzia e Clara) a tutti gli incontri che si sono tenuti con i rappresentanti degli altri Gruppi, compreso l’incontro a Bruxelles.
Certo, rispetto all’anno scorso; abbiamo fatto già molto di più, ma pensiamo che molto si possa fare ancora, ed è per questo che già stiamo discutendo sull’attività del prossimo anno. Sono uscite diverse proposte come fare dello sport (nuoto, ginnastica), un periodo di vacanza insieme, una commedia interamente scritta dai ragazzi, a differenza di quella che stiano attualmente preparando e che andrà in scena il 18 giugno.
Speriamo di riuscire a fare qualcosa di tutto ciò.
SEPU Settimio , 1978
Santa Silvia – Roma
Da ottobre a giugno mi pare che di strada Silvia ne abbia fatta un bel po’.
Mi ricordo il primo incontro di quest’anno quando si doveva decidere se andare avanti o mollare tutto.
Mi ricordo il tono pessimista di quella sera, l’aria pesante, un anno davanti che sembrava così difficile da vivere. Poi le parole di Guenda: partiamo, partiamo così, poi si vedrà.
Siamo partiti e abbiamo visto.
Abbiamo visto trasformarsi la sfiducia in serenità e momenti di entusiasmo.
Abbiamo visto crescere la voglia di vederci, di fare di più, di vivere più profondamente l’amicizia che ha cominciato a rendere veri i nostri incontri, direi quasi che abbia visto resuscitare S.Silvia.
Non so bene perché tutto questo sia successo, Forse perché sono arrivati nuovi genitori, nuovi ragazzi, nuovi amici e tutti ci hanno dato nuova carica. Forse perché siamo stati contagiati da un anno di Fede e Luce così importante, così pieno di cose che ci hanno scosso e ci hanno unito. Forse perché quest’anno abbiamo pregato di più insieme, forse perché ci siamo abbandonati all’idea che quello che viviamo non è qualcosa di manovrato solo dalle nostre mani o forse perchè Assisi, la povertà, Maria, hanno fatto per noi qualcosa senza che neanche ce ne accorgessimo precisamente.
Comunque è successo e ne siamo contenti.
Certo non sono diminuiti i problemi: resta aperto quello della parrocchia, quello del numero degli amici, direi soprattutto quello di rinnovarci in continuazione nel modo e nello spirito dello stare insieme vedendo più le cose in funzione del singolo e meno in funzione del gruppo, rendendo i nostri incontri sempre più personali, più autentici, più profondi, più adeguati alle esigenze intime di ciascuno di noi.
Dicevo che non sono diminuiti i problemi, ma è senz’altro diminuita l’ansia nell’affrontarli. Per questo con la gioia di un anno vissuto bene, guardo con molta speranza al prossimo e mi sembra che si sia accesa una luce e che si siano aperte molte strade per il “piccolo” (per ora), “simpatico” (per sempre…?) gruppo di Santa Silvia.
Lucia , 1978
San Gioacchino – Roma
L’attività invernale di S, Gioacchino, per ovvi motivi stagionali è ormai giunta al termine.
Le riunioni di preparazione ci hanno visto insieme almeno due volte al mese, a turno in casa di amici.
La domenica pomeriggio poi, nei locali della parrocchia, appuntamento per la messa, cui seguono intervalli dedicati o alla discussione tra genitori, all’attività manuale dei ragazzi poi un’allegra merenda e un mesto arrivederci per la festa finita.
L’accoglienza non viene fatta da alcuno in particolare, ma da chi arriva per primo.
La Messa generalmente la celebra il nostro Marcel, più spesso nei locali della parrocchia che non in Chiesa.
Discussioni lunghe e sostanziose all’inizio dell’anno, hanno reclamato per un inserimento reale nella parrocchia e il mezzo più immediato giustamente, è stato visto nella Messa. Una nostra amica infatti ha insistito proponendo la nostra partecipazione alla Messa serale della domenica.
La proposta è pienamente condivisa e sarà attuata appena possibile.
L’ultima riunione si è svolta secondo una formula già sperimentata nel passato è risultata più adatta alle esigenze del Gruppo:
i genitori si sono radunati in una saletta e con l’intervento di M. Teresa Puerto hanno discusso dei loro problemi, mentre una nutrita schiera di ragazzi ed amici, percorrendo itinerari diversi ma tutti convergenti ad un bar… (il gelato !), ha compiuto una passeggiata di circa due ore.
Al ritorno vi è stata la merenda intervallata da canti e poi, alla fine, il mesto arrivederci!
A mio parere il bilancio di quest’anno a S. Gioacchino è nell’insieme positivo.
Certamente non sono mancati gli aspetti negativi, ma mettere in evidenza quello che non è andato bene o che non è stato fatto vuol dire anche una nostra intenzione a migliorare noi stessi e le cose intorno a noi.
Tutto il positivo che vedo nel gruppo lo conoscete un po’ tutti e ognuno lo può scoprire ogni giorno di più: la semplicità, la gioia di essere insieme, le amicizie che piano piano si approfondiscono, una sempre maggiore collaborazione e partecipazione, ognuno secondo le sue possibilità…
Ringraziamo di tutto questo Dio che ci segue amorevolmente, e arriviamo a Lui attraverso la nostra Mamma comune che è Maria Santissima.
È bello avere il Padre comune in cielo, ma il pensiero di avere anche la Madre dà un senso di maggiore felicità.
Claudio, 1978
Cuneo
Dopo Assisi, il gruppo di Cuneo ha ripreso con più entusiasmo le attività, altri giovani si sono aggiunti al gruppo e più o meno ora funziona così: un incontro-festa una volta al mese in locali che di volta in volta chiediamo a parrocchie e istituti, preparato da quattro persone diverse per ogni incontro, così tutti partecipano all’organizzazione.
Una domenica al mese, alcuni giovani si recano a Stella Mattutina e trascorrono il pomeriggio con 6 ragazzi dell’Istituto.
Tutti i sabati alcuni giovani con me, Betty e i nostri bimbi trascorriamo il pomeriggio con i 6 ragazzi di Stella Mattutina e altri tre esterni. Ora stiamo preparando dei quadretti fatti con delle pietruzze infisse nella scagliola (tipo mosaico) da regalare alle famiglie del gruppo per la festa della Mamma.
Si è riusciti anche a risolvere il problema di Matteo (ragazzo grave) in quanto Mimmo e Gianni si sono impegnati a intrattenerlo il sabato pomeriggio in modo da dare un po’ di sollievo alla mamma che facendo scuola ha solo il sabato pomeriggio per sbrigare le faccende di casa.
Ultimissime
Domenica 23/4 si sono sposati Elisa e Franco due giovani del gruppo.
Auguri agli sposi! e salutoni a tutti gli amici di Roma.
Mario e Betty , 1978
Milano breve “flash” per insieme”
Nato due anni fa da un primo nucleo di una ventina tra ragazzi ed amici, il nostro gruppo è andato via via allargandosi fino a raggruppare oggi; mediamente, sessanta-settanta persone.
L’obiettivo forse più importante che da qualche mese abbiamo raggiunto è stato quello di aver trovato in Don Pierangelo Sequeri (molti lo ricorderanno nella Messa in Santa Chiara e nella Basilica Superiore ad Assisi, dirigere i canti con le sue… sì larghe braccia), un amico convinto e una guida che fa di tutto per rendersi disponibile in ogni ora del giorno e, perché no, della notte.
Per il resto la nostra attività crediamo non si differenzi sostanzialmente da quella degli altri gruppi italiani. Feste con cadenza tri-settimanale o mensile, presso il salone messo a nostra disposizione dalla Comunità parrocchiale di S. Giuseppe della Pace; qualche incontro di carattere formativo-organizzativo; qualche altro riservato specificamente alle mamme o al gruppo dei giovani amici; due o tre gite annuali non appena il bel tempo lo consenta, oltre agli incontri personali tra amici, magari con la complicità di una pizza.
In prospettiva intravediamo la possibilità, vorremmo dire l’opportunità, di dar corpo alla formazione di un secondo Gruppo, che agisca in un’altra zona di Milano, mediante. il progressivo distacco di una decina di amici che riteniamo abbiano acquisito una sufficiente esperienza per poter iniziare un’attività autonoma.
Un po’ più lontana nella sua realizzazione pratica, la possibilità di formare altri due gruppi, uno a Monza e uno a Bresso.
Tra le attività in atto da circa un anno, oltre ai turni per la ginnastica curativa individuale, ricordiamo l’ippoterapia, organizzata da Enti assistenziali, che è seguita da alcuni nostri ragazzi accompagnati dai genitori o dagli amici.
L’attività è svolta presso due club che hanno messo a disposizione cavalli e attrezzature, con l’assistenza di un medico e di due psicologhe.
Confortante è l’impegno spontaneo di alcuni soci del club, che dimostrano coi fatti di essere entrati nello spirito dell’iniziativa.
Alla pura e semplice evasione che ravviva un po’ la giornata di questi ragazzi, i corsi aggiungono anche finalità terapeutiche mediante opportuni esercizi in sella e grazie al massaggio naturale prodotto dal contatto coi muscoli del cavallo.
Ringraziandovi per averci dato modo di comunicare con tutti voi, vi inviamo i nostri più affettuosi saluti
Antonio Casazza
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.18, 1978