Hugh è un ragazzo inglese, colto, sui trenta anni. Un giorno, camminando per le strade di Londra, incontra un barbone, sporco e pieno di pulci.
Hugh ha subito un profondo senso di pietà per lui e cerca di farselo amico. Vuole insegnargli a vivere decentemente, in una casa come fanno gli altri e cosi gli suggerisce di andare a vivere insieme in un apparta mento.

Trovano un appartamento piccolo ed economico che fa al caso loro e così Hugh e questo barbone cominciano a vivere insieme.
Non è una cosa facile. Il barbone non è abituato ad una vita organizzata ed è quasi impossibile fargli pagare la sua parte delle spese e molto spesso Hugh deve pagare per tutti e due.
Una volta uno dei vicini perse il portafoglio ed il barbone è accusato di averlo rubato.

Il padrone di casa comincia a lamentarsi per le condizioni dell’appartamento e Hugh si preoccupa sempre di più per gli strani comportamenti del suo amico ma non vuole cedere e non vuole abbandonarlo e continua a stargli appresso.

Dopo sei mesi di vita in comune e di problemi giornalieri, Hugh non ce la fa più e ha un esaurimento nervoso e mentre è ricoverato in ospedale il suo amico va a trovarlo e comincia ad occuparsi di lui.

Questa è una delle strane storie che ho sentito durante l’incontro di Fede e Luce avvenuto in Settembre.
Hugh era uno dei settanta partecipanti all’incontro che si è svolto nei locali messi a disposizione dalla Missione Cattolica di Llanelli nel Galles del Sud.
Circa venti persone erano gallesi e gli altri venivano da varie regioni del Nord Europa.
Inghilterra, Scozia ed Irlanda sono tutte ben rappresentate e piccoli gruppi sono venuti anche da Danimarca, Germania, Belgio e Francia.

Io e Francesco siamo gli unici venuti dall’Italia, ma, cosa strana, abbiamo incontrato alcune famiglie italiane nel gruppo gallese, famiglie che si erano sabilite nel Galles ed avevano fatto di Llanelli la nuova patria.
Tutti i partecipanti venuti da fuori sono stati generosamente ospitati nei due conventi di Suore ed in case private.
Qualcuno è stato invitato a partecipare allo incontro anche se non appartenente a Fede eLuce. L’idea è di ascoltare le loro esperienze e di dividere le nostre con le loro.

Dei settanta presenti vi sono cinque sacerdoti, un diacono, un fratello laico, due membri dell’Aide de toute Détresse” o 4° mondo, una dozzina di bambini e giovani handicappati ed alcuni genitori di bambini handicappati. Gli altri sono amici venuti ad aiutare e dividere l’esperienza in comune.

Abbiamo mangiato tutti insieme, abbiamo fatto una festa, siamo andati a visitare il Monastero Cistercense dell’isola di Caldey e ci siamo tanto divertiti.
Abbiamo ascoltato la messa tutti i giorni e giochi e canzoni intramezzavano le riunioni e le discussioni più serie.
Molti dei partecipanti hanno parlato delle loro esperienze nei loro paesi e molte storie commoventi sono venute alla luce nei quattro giorni passati insieme.

Helen, una ragazza molto carina di 14 anni è rimasta buona buona nella sua sedia a rotelle durante l’incontro, con il suo corpo fragile e delicato piegato in una posizione quasi fetale.
Non è capace di tenere la testa ben dritta ed è impossibile cercare di stabilire con lei un contatto occhio ad occhio.
Diagnosticata come cerebrolesa è impossibile comunicare con lei in qualche modo.

Non cammina, non parla e non sembra interessarsi di ciò che accade intorno a lei. Chiusa nel suo piccolo mondo sembra non reagire anche quando viene presa in braccio per essere coccolata, cosa che capita molto SPESSO, dalla madre o da qualcuno dei presenti incapaci di resistere al suo fascino delicato.
Non si rifiuta di essere presa in braccio, in quanto sembra esserci abituata.
Quando ho messo le sue braccia intorno al mio collo le ha lasciate là ed il suo corpo caldo si è adagiato al mio modo passivo.
Odorava di caldo e di saliva, quasi come un neonato.
Era proprio come un neonato.

Anche se ha 14 anni, ne dimostra circa 8 e penso che non pesa più di 20/22 Kg. Solo il suo viso sembra essere più maturo. La sua pelle è bianca e delicata e mi ricorda i fiori delle magnolia o una porcellana rara. I suoi occhi hanno una bella forma, leggermente socchiusi e con gli angoli esterni leggermente rialzati. La sua bocca è rossa e larga con delle labbra pronunciate. E il viso sensuale di un’attrice e non quello di una bambina handicappata. Eileen ci ha detto che lei non è la sua mamma naturale. Ha adottato Helen quando aveva un anno er era una bambina perfetta.

A mano a mano che il tempo passava, Eileen ha cominciato a rendersi conto che Helen non era normale, ma aveva allo stesso tempo cominciato ad amarla profondamente ed ha continuato a tenerla, a curarla ed amarla come se fosse veramente sua.

Jerry è un ragazzo di circa 20 anni.
Benché spastico riesce a camminare con un po’ di aiuto, ma sembra che faccia un grande sforzo.
Più che camminare si trascina buttando le gambe quà e là con i piedi rivolti all’interno.
Le sue braccia e le sue mani sono rivolte all’insù in una posizione innaturale con le dita aperte e goffe.
Non c’è comunicazione con lui poiché ha anche un grave ritardo mentale e non parla, ma la madre sembra in un certo senso prevenire le sue necessità. Infatti è completamente dipendente dagli altri.
Lo lava, lo sbarba, lo veste tutte le mattine.

Fra le varie difficoltà che la madre di Jerry ha avuto con lui da quando è nato, c’è anche il fatto che, benché sia stato cresimato a 11 anni, il vescovo ha rifiutato di comunicarlo.

L’ultima sera c’erano molte candele rimaste dalla messa, dalle decorazioni dei tavoli e da una torta di compleanno. Una delle suore ha suggerito: “Prendiamo una candela per uno e andiamo nella chiesa accanto”. È sembrata la cosa più naturale del mondo da fare.

Ognuno di noi ha preso una candela accesa ed abbiamo cominciato a formare una processione uscendo dalla porta, attraverso il sentiero che ci conduceva verso la Chiesa.
Era buio e le candele, mentre uscivamo nell’aria fresca della notte, si spegnevano una ad una.

Strada facendo cantavamo “Alleluia”. Qualcuno sulla porta della chiesa riaccendeva le candele mentre passavamo.

La chiesa era buia, vuota e silenziosa. In punta di piedi, zoppicando e strisciando, ci siamo avviati verso l’altare e ci siamo seduti per terra dietro di esso Abbiamo formato un cerchio ognuno con la candela avanti a sé. Tutto ciò che si vedeva era un cerchio di visi bianchi sospesi sopra le luci delle candele. Siamo rimasti seduti in silenzio per qualche minuto, quindi Richard, uno dei nostri piccoli amici mongoloidi, ha deciso di recitare le sue preghiere.

È stata la più commovente preghiera che ho mai ascoltato e non posso rischiare di rovinarla cercando di ripeterla. Anche se qualcuno avesse avuto registratore, dubito che avrebbe avuto il coraggio di usarlo.
La preghiera è andata avanti per un po’ di tempo e molti hanno unito le loro preghiere silenziose e quella detta ad alta voce da Richard.
C’erano rimasti pochi occhi asciutti quando Richard ha smesso di pregare.

Una delle cose che mi ha più profondamente colpito durante tutto l’incontro, è come tante persone dedicano la loro vita, qualche volta a rischio della propria salute, per il bene degli altri, senza pensare ai risultati (che non sono sicuri) e senza la minima speranza di un compenso materiale di qualsiasi genero.

Mi piacerebbe scrivere una piccola storia di ciascuno dei nostri amici handicappati senza la cui presenza il nostro incontro non avrebbe avuto alcun significato; mi piacerebbe scrivere di tutte quelle meravigliose persone che li amano malgrado e a causa dei loro handicap ma lo spazio non me lo permette.

Posso solo dire che l’incontro Ai Llanelli è stata una magnifica esperienza, una lezione di amore.

Olga Gammarelli, 1978

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.19, 1978

Una lezione d’amore: incontro Fede e Luce “LLalelli-Galles del sud” ultima modifica: 1978-12-20T09:30:34+00:00 da Olga Gammarelli

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