Perché un pellegrinaggio?

Gli incontri hanno un posto importante nella vita di Fede e Luce: ci ritroviamo regolarmente per vivere insieme momenti d’amicizia e di preghiera. Ma essere insieme non basta. Dobbiamo anche avanzare insieme. Così, giorno dopo giorno, facciamo un po’ di strada, i legami si approfondiscono e il gruppo diventa una vera famiglia dove ognuno si sente accolto e amato.

Era bene manifestare con un gesto concreto la volontà di avanzare insieme in un cammino di fede, di speranza e di amore: questa l’idea del pellegrinaggio.

Invitare gli amici di Fede e Luce a un pellegrinaggio sarà sembrato ad alcuni un gesto audace – La stessa parola, così poco in uso ai nostri giorni, ricorda una “manifestazione” fuori moda che non fa più per noi.

Eppure un pellegrinaggio è un avvenimento importante. Per coglierne il significato, bisogna ritornare a ciò che è l’essenziale di Fede e Luce: bisogna ritornare a quella luce che riceviamo dai più piccoli, dai più deboli, da coloro che la società ignora o rifiuta e che sono al cuore delle nostre comunità.

Poiché loro sono presenti fra noi e poiché noi ci siamo messi alla loro scuola, possiamo decidere di prendere la strada insieme.

Per andare in pellegrinaggio, bisogna lasciare il proprio paese, la propria città, la propria casa, le piccole abitudini. Ma si tratta anche di rispondere ad una chiamata che sentiamo o che sentiremo. Una chiamata che ci spinge ad uscire da noi stessi per incontrare l’Altro.

La nostra risposta sarà vera nella misura in cui esigerà un cambiamento nel nostro cuore.

Convertirsi, vuol dire avere uno sguardo nuovo.
Vuol dire guardare le cose in modo diverso.
Vuol dire orientare tutto se stesso verso un nuovo orizzonte.

Il pellegrinaggio è un cammino che ci impegna personalmente. Per questo, al momento di partire, sentiamo in noi un misto di entusiasmo e di inquietudine.

Entusiasmo per la partenza, ma anche inquietudine al pensiero che l’arrivo sarà in terra sconosciuta, al di là delle frontiere che avevamo messo alla nostra speranza.

Fede e Luce

A Fede e Luce scopriamo un altro aspetto del pellegrinaggio: riceviamo una luce speciale dal fatto che i nostri fratelli handicappati nell’intelligenza occupano fra noi il primo posto… In un mondo in cui la parola è spesso impotente, il pellegrinaggio appare come un gesto che parla.

Handicappati nel fisico o nella psiche, handicappati nel ragionamento o handicappati moralmente e spiritualmente dal peccato e dall’egoismo, siamo tutti fratelli.

Insieme ci mettiamo in cammino.

In montagna, quando il sentiero è difficile, si segue una guida, e si ha fiducia della sua esperienza. Lei fa la strada, semplicemente, senza parlare, senza commentare… E gli altri la seguono sospirando, gridando, fermandosi per riprendere fiato…

Così, alla testa del nostro cammino, noi metteremo i più piccoli fra noi, quelli che, secondo lo spirito di Fede e Luce sono scelti per “farci la strada”, coloro con i quali (e non per i quali) abbiamo deciso di partire.

Quelli che il mondo – con il suo giudizio – considera senza importanza, disprezza, ritiene inutili o “disgrazie”, saranno le nostre guide perché il Vangelo dice che ad essi appartiene il Regno dei cieli.

Con il loro silenzio, la loro immobilità, il loro modo bizzarro di esprimersi, con i loro gesti inconsulti, il loro povero ragionamento, il loro sguardo pieno di tenerezza, con il loro sorriso pieno di fiducia e la semplicità di cuore, ci apriranno il cammino del Vangelo vissuto e delle Beatitudini.

Assisi

Assisi non è un luogo qualunque. Ancora oggi si avverte la presenza di S.Francesco nella campagna, nei vicoli della città, nelle case e nelle basiliche. Ogni pietra sembra impregnata del suo messaggio.

I luoghi che visiteremo ci ricorderanno che la nostra epoca assomiglia alla sua sotto molti aspetti. Nell’Europa sconvolta del XII secolo, Francesco, giovane ricco e dotato, non riesce a trovare il suo posto. Il suo desiderio di gloria sembra destinato al fallimento e tutte le porte si chiudono davanti a lui. Poco a poco scopre il Vangelo che darà senso a tutta la sua Vita.

Visitando Assisi, ognuno di noi conoscerà un po’ meglio S. Francesco, il suo amore per la povertà, la sua gioia nella sofferenza e nella prova,la sua vita di instancabile cercatore di Dio.

La sua povertà non si limita ai beni materiali. C’è anche la ricchezza della cultura, del potere e della propria volontà. Per amare come Gesù, deve essere povere come Gesù: deve spogliarsi di tutto quanto gli impedisce di amare.

Ad Assisi vogliamo lasciare tutte le ricchezze che ci impediscono di essere fratelli e che ancora ci separano gli uni dagli altri.

La gioia di Francesco è di assomigliare a colui che ama: Gesù. Nulla può perturbare questa gioia: né i colpi di bastone, né le prove, né le sofferenze, né i dubbi, né l’incomprensione dei fratelli.

Sulla strada di Assisi, con le nostre gioie e le nostre pene, troveremo una nuova forza per continuare ad andare avanti insieme nella vita di tutti i giorni.

Tutta l’anima di Francesco aveva sete di Dio. Egli le sentiva nella solitudine, l’accoglieva nella persona rifiutata, la cantava con i fratelli, e la celebrava nel creato. Senza tregua si meravigliava di avere Gesù Cristo come fratello e di conoscere attraverso Lui l’amore del Padre.

Questo amore per Gesù non l’ha mai spinto ad uscire dalla Chiesa. Il suo messaggio, così vicino al Vangelo, aveva qualcosa di insolito. Egli va a Roma con un progetto preciso e rivoluzionario che sarà alla fine riconosciuto dal Papa.

Ad Assisi, ci lasceremo guidare dallo Spirito del Signore, risentiremo la sete di Dio e l’amore per i nostri fratelli.

Francesco era cieco quando compose il Cantico delle Creature nel quale ci insegna a cantare il Sole anche quando non lo vediamo… la sua gioia non era la soddisfazione di colui al quale tutto va bene.

A volte, anche noi non vediamo più il sole perché siamo resi ciechi dalla malattia o dalla disperazione.

Che questo pellegrinaggio Fede e Luce ad Assisi ci porti tutti verso questa luce che ci chiama.

Mariangela Bertolini, 1978

Mariangela Bertolini

Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.

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Questo articolo è tratto da:
Insieme n.17, 1978

Preparazione al pellegrinaggio Fede e Luce ad Assisi 1978 ultima modifica: 1978-06-20T09:30:34+00:00 da Mariangela Bertolini

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