Il titolo originale di questo libro: “Apri le braccia”, esprime in una rapida sintesi il messaggio che Jean Vanier vuole trasmetter attraverso le sue parole e le sue esperienze: aprire le nostre braccia ma soprattutto i nostri cuori, e imparare ad amare ognuno dei nostri fratelli come Gesù li ama.

Non è un romanzo né un libro classico di spiritualità, ma una scoperta progressiva della ricchezza che abita nel cuore degli emarginati e che diventa per noi un richiamo alla Speranza.

Attraverso numerosi Flash che ci portano a Compiègne in Francia, a Calcutta vicino a Madre Teresa, dal Canada, in Africa, dovunque siano sorte delle comunità dell’Arche, due mondi opposti sono esplorati: quello della ricchezza, della corsa al denaro, al possesso, e quello della miseria, del bisogno dei più poveri.

Ad unire questi due mondi è la presenza di gente in cerca di speranza, di giovani desiderosi di un mondo migliore, di persone che vivono la “non-violenza” creando delle comunità in cui regna l’amore, in cui ognuno trova il proprio posto.

Un libro utopistico, allora?

No! Perché Jean Vanier ci parla di piccole comunità che già esistono, di giovani che hanno realizzato il loro ideale di giustizia e di pace vivendo con persone ferite, nel corpo, nella mente, nelle loro giuste aspirazioni, e ci presenta un cammino da percorrere alla luce della Speranza cristiana per liberarci dal nostro egoismo e dalle nostre paure e per costruire qui sulla terra un regno fondato sull’Amore.

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.16, 1978

La comunità che accoglie di rifiutati – Recensione ultima modifica: 1978-03-01T16:30:34+00:00 da Redazione

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