Partiamo dal segno concreto: il nome di Gesù Cristo, il pane viene condiviso e distribuito a tutti; ugualmente per il vino. Si tratta dunque di un dono fatto – o almeno offerto – a tutti i presenti. Qualcuno dà qualche cosa a qualcuno!
Chi dà, che cosa dà, a chi dà?

1. È Dio che dà, che condivide, che distribuisce

In tutta la Bibbia, vediamo che Dio ha sempre l’iniziativa, è sempre lui che dà, che offre la sua alleanza, che la rinnova, che promette di dare a tutti il suo spirito, che finalmente dà il suo Figlio: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo da dare ilsuo figlio unico” (Gv. 3.16).

È Dio che ci vuole come amici: “Non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi”.

Nell’Eucaristia è sempre Dio che dà: “Egli prese il pane… lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli…”. È sempre Dio che ci serve: “Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi cominciò a lavare i piedi dai discepoli…” (Gv. 13,4-5).

2. Che cosa ci viene dato da Dio?

Dio ci dà il suo Figlio. Nel suo Figlio Dio dà se stesso, dà la sua propria vita: “Nessuno ha amore più grande di colui che dà la propria vita per i suoi amici” (Gv. 15,13).
Infatti “il pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà la vita al mondo” (Gv. 6,33). Così Gesù può dire: “il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv. 6,50). Gesù ha veramente dato la sua vita, si è donato fino in fondo.

Nell’Eucaristia Dio, per Gesù, continua a darci la sua vita: “QUesto è il mio corpo, questo è il calice del mio Sangue”, Dio ci mette in comunione con la sua vita, con lui stesso: “Come il Padre vivente ha mandato me ed io vivo per il Padre, così chi mangia me vivrà anch’egli per me” (Gv. 6,57).

3. Chi può ricevere Dio, che dà se stesso?

A chi viene offerto questo dono di Dio, questa comunione con Dio? A tutti! “Questo è il calice del mio sangue… versato per voi e per tutti”.

Nell’Eucaristia, Dio fa come ha sempre fatto: si avvicina a tutti. Il profeta Ezechiele così si esprime: “Così parla il Signore: io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura… Cercherò la pecorella smarrita e ricondurrò quella sbandata; fascerò quella ferita, veglierò sulla grassa e sulla forte; le pascerò con giustizia” (Ez. 34,11-16).

Basta vedere nel vangelo come Gesù si avvicina a tutti per capire che la ita di Dio è per tutti. Si capisce che nessuno è più degno dell’altro per ricevere la vita di Dio; nessuno “merita la comunione”, come se fosse una ricompensa per i buoni, gli innocenti, gli intelligenti, i forti, i sapienti… Così si spiegano le frasi di un vescovo inglese MGR Mc Lean: “Gli handicappati mentali hanno un diritto assoluto a ricevere i sacramenti” e “Se una persona è così handicappata che nessuna istruzione è possibile, la fede della famiglia, quella degli amici, è sufficiente”.

Noi uomini, siamo “tutti istruiti di Dio” (Gv. 6,45)

Michel Carpentier – Vito Palmisano, 1977


L’Eucaristia o comunione è Cristo che ci dà la sua vita. Come il pane e il vino sono gli alimenti più naturali e semplici della vita umana, Cristo ha voluto essere il nostro pane e il nostro vino per la vita eterna.

Ma questo pane è il suo Corpo e questo vino il suo Sangue; come per la vita naturale i genitori danno la vita con il loro sangue e la madre nutre col suo sangue così Cristo ci dà la sua vita e ci nutre con i1 suo Corpo e il suo Sangue. I misteri della nostra vita divina sono simili a quelli della nostra vita umana. Perciò la comunione è segno e dono di vita eterna cioè di vita che non muore

Suor Ida Maria, 1977

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.13, 1977

Per nostra riflessione: La comunione ultima modifica: 1977-06-20T14:30:34+00:00 da Redazione

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