Analisi
Questo lavoro è il diario di una mamma, madre di un ragazzo colpito da miopatia progressiva.
Mamma e figlio, sostenuti dal loro coraggio e dalla fede cristiana e aiutati dall’ambiente amico che li circonda, lottano contro il male invadente. Sarà fatto l’impossibile perché il bambino viva la sua vita tanto a lungo quanto potrà essergli concesso e nella maniera più normale e piena che si possa immaginare. L’accento è messo particolarmente su una volontà di presenza al mondo, mondo degli altri bambini, mondo degli altri umani. E mentre si vede crescere, inesorabile, il male fisico, si vede crescere anche la vita dello spirito che dà finalmente il sentimento di una vittoria – che non sarà pagata troppo care – sulla morte.
Critica
Raramente, per quanto ci risulta, un libro ha mai dato un tale risonanza cristiana. Questa mamma operaia non nasconde nulla delle sue tristezze interiori, delle sue difficoltà familiari, delle sue tentazioni di scoraggiamento.
Ma la speranza fondata su una visione allo stesso tempo umanamente lucida e soprannaturalmente illuminata finisce per essere sempre la più forte.
Lo stile è semplice e gradevole, accessibile a tutti.
Ammirevole è che questo libro, duro, e che termina su un aggravamento dello stato muscolare del bambino, lasci malgrado tutto una impressione profondamente tonica tale da lasciare nel cuore di chi legge una indistruttibile allegrezza. Lo raccomandiamo calorosamente.
È meglio accendere una luce che maledire l’oscurità
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.9, 1976