Tu sei là, davanti a me,
con il tuo corpicino ogni giorno più lungo,
in fiore, come è la natura in quest’epoca,
ma che ancora non dimostra la tua adolescenza.
Con lo sguardo attratto da ogni cosa meccanica e lucente
come una piccola gazza,
con il dito eternamente in bocca
ed il mento umido di saliva…
Dicono che sei una bimba grave,
la diagnosi è questa,
ma i tuoi genitori non sanno
quanto valore abbia la tua vita.
In te è la semplicità di chi resta
sempre un fanciullo;
semplicità per tanti
troppo difficile da possedere.
In te la grandezza
dei personaggi importanti,
di quelli la cui presenza richiede
silenzio e rispetto.
In te la forza
dei trascinatori silenziosi di folle…
Con la tua vita,
apparentemente senza valore,
ci conduci,
mi conduci
a credere e vivere
la fratellanza e l’amore
e quando ti tengo tra le mie braccia
sei tu in realtà
che sostieni il peso di tutte e due.
Un’amica di Fede e Luce, 1976
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.10, 1976