Quanto segue vorrebbe essere una riflessione sulle attività di tempo libero svolte in gruppi e, per essere più precisi, in gruppi di età abbastanza diverse e con possibilità o handicap più diversi ancora, come sono i gruppi che quest’estate Fede e Luce ha animato a Roma o fuori Roma.
Le piccole esperienze di quel periodo hanno provato che questo tipo di attività, di svago, è veramente eccellente per l’integrazione dei ragazzi e anche che la vita di tipo comunitario familiare è possibile per tutti. Ma queste conclusioni non devono far dimenticare a quali condizioni tutto ciò è stato possibile.
La prima cosa da tener presente è che la vita comune esige – per noi stessi, per i nostri bambini, i nostri amici, handicappati o non – innanzitutto e sempre tolleronza e generosità. Senza queste due qualità umane e cristiane, chi, tra noi, potrebbe vivere in armo- nia con il proprio fratello, sia esso un santo o il più piccolo dei poverelli?
Ma questo non basta. Più i membri di un gruppo, coloro che partecipano ad una attività, sono differenti fra loro, più e meglio deve essere previsto lo svolgersi della giornata .e devono essere strutturate le attività. E giacché qui si parla di attività di tempo libero, i giochi devono essere accuratamente scelti e preparati, così come i canti e le attività musicali, perché non tutto, sempre, può essere adatto.
Non parlerò qui dei lavori manuali dato che questi fanno parte più delle attività propriamente individuali.
Cominciamo allora con:
Inquadramento del Gruppo
Costituito da persone adulte e da giovani deve essere molto importante come numero e come partecipazione attiva. Molti giochi sono possibili a condizione che ogni handicappato abbia con sé un “assistente”, ma un assistente che non sia della stessa età del ragazzo assistito. Il compagno di giochi può e deve aiutare, certamente, ma deve restare compagno di giochi e non trasformarsi in “piccolo educatore”; questo falsificherebbe completamente il suo compito di camerata e lui stesso perderebbe il suo dinamismo spontaneo, tanto prezioso per l’atmosfera del gruppo.
Per esempio: nel corso di una caccia al tesoro, L., molto lenta e instabile, ha bisogno della presenza costante di un adulto al suo fianco per raccogliere i sassolini, mentre B. e D. corrono a prendere i messaggi o si impegnano in calcoli vari. Ma alla fine del gioco ciascuno porta veramente la sua parte.
L’ambiente
L’ambiente che ospita il gruppo svolge un ruolo molto importante per il successo o l’insuccesso di un’attività. Sarà generalmente un locale o un giardino. L’uno e l’altro non devono essere troppo piccoli perché la densità delle persone aumenta il rumore che, se è stancante per gli adulti, può essere perturbatore per alcuni ragazzi e aumenta le tensioni. Questo va detto più per un locale che per un giardino, s’intende. È importante anche che il luogo sia chiuso o ben delimitato per ragioni evidenti di sicurezza, specialmente trattandosi di un giardino, ma anche per ragioni di concentrazione dell’interesse: molti ragazzi hanno difficoltà a prestare attenzione come pure ad orientarsi nello spazio e li si aiuterà molto chiudendo una porta o limitando uno spazio con l’aiuto di corde, sedie, piante ecc.
Ci sono poi altre qualità dell’ambiente che vanno tenute presenti come la temperatura, l’illuminazione, l’arredamento, e così pure gli elementi di sicurezza: finestre, scale, balconi ecc.
Per ciò che riguarda le attività in se stesse, cone già accennato, i giochi e le attività musicali sembrano essere i più adatti al genere di gruppo che abbiamo preso in considerazione, cioè di età e livelli diversi.
Le attività musicali
Canti, canti mimati, strumenti di ritmo, ascolto della musica ecc. sono una sorgente inesauribile che richiede però un minimo di conoscenza musicale da parte dell’animatore. Non possedendo tali conoscenze, mi limiterò solo ai canti mimati, che peraltro possono rientrare anche nella categoria dei giochi.
I canti mimati possono essere utilizzati da tutti, sono una immensa sorgente di divertimento e di possibilità di apprendimento.
Personalmente li abbiamo utilizzati il più possibile, per varie ragioni:
- danno a tutti una possibilità di esprimersi, anche ai bambini che non possono parlare o che hanno un linguaggio molto ridotto
- possono aiutare ad elaborare la struttura corporea: situare le varie parti del corpo, la sinistra, la destra, ecc
- possono prendere un aspetto di “ginnastica” molto benefico
- possono per alcuni, corrispondere anche ad un loro bisogno di “fare teatro”, recitare.
Beninteso, anche parecchi altri giochi possono avere uno o più di questi vantaggi. Nel gioco bisognerà, evidentemente, eliminare la competizione, almeno quella individuale. La competizione di squadra può essere valida a condizione che sia moderata e che le squadre siano molto accuratamente formate.
Devono essere segnalati inoltre, i giochi che richiedono spostamenti. Per questi, certo, chi ha un handicap fisico potrà aver bisogno di aiuto, ma spesso apprezzerà molto tutto ciò che può rompere la sua stabilità forzata.
I gesti, come per i canti mimati, sono molto importanti, ma bisogna sempre aver presente tre cose:
- La ripetizione, che affascina tutti i bambini: nei bambini handicappati, spesso più lenti diventa una vera necessità. Ma…
- Se si impara a ripetere un gesto è anche importante imparare a fermarsi: cosa a volte difficile.
- Infine, bisogna sorvegliare il ritmo di una attività che, se troppo rapido, renderà impossibile a gran parte degli handicappati il seguirla.
- La durata di un gioco, un canto o di qualsiasi altra attività va adattata ogni volta al gruppo e al momento. Alcuni tenderanno a voler fare molto a lungo la stessa cosa, ma altri al contrario, instabili, faticheranno a seguire lo svolgimento normale di un gioco.
Tenendo sempre presente la composizione così varia del gruppo bisognerà fare attenzione a prendere in considerazione l’interesse dei ragazzi più dinamici così come si fa per i più lenti.
Bisogna costantemente trovare un compromesso e alternare la vittoria di ciascuno.
Certamente è necessario che il più rapido sappia aspettare il più lento, ma bisogna anche a volte dare al più rapido la possibilità di correre con tutte le sue forze.
Mi sembra, d’altra parte, che sia questa la gioia di un gruppo: vedere ciascuno impegnarsi fino in fondo, sfruttando tutte le sue capacità.
Non vorrei trarre conclusioni da queste poche riflessioni molto sommarie.
Credo che giocare, cantare, crescere insieme sono cose che possono essere desiderate e volute ma devono essere anche imparate e sviluppate.
Per questo sarebbe bene che tutti coloro che hanno una qualche esperienza in proposito, ci facessero partecipi delle loro proprie riflessioni, delle loro critiche e delle loro suggestioni.
Nicole Schulthes , 1976
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.11, 1976