Sono tornato stasera, dopo aver partecipato a una festa “FEDE e LUCE”, dopo aver vissuto ciò che diventa ogni giorno, sempre più, una “Comunità cristiana”.
Allora mi sono detto:
Chi sei e cosa fai, tu, fratello handicappato,
che mi guardi e mi sorridi,
tu che non puoi parlare ma ti fai capire,
tu che hai occhi puri e cuore aperto?
Chi sei e cosa fai, tu, papà o mamma,
“che sei venuto a questa festa di “Fede e Luce”?
Chi sei e cosa fai, tu, signora anziana,
che discretamente prendi cura che tutto vada bene?
Chi sei e cosa fai, tu, ragazzo pieno di vita e _ di voler vivere, pieno di idee, di forza e di libertà per costruire delle cose nuove?
Chi sei e cosa fai, tu, ragazza, col tuo dolce sorriso, un cuore pieno di tenerezza, due braccia fatte per accarezzare e consolare?
Chi sei e.cosa fai, tu, bambino o bambina
che vedila vita come una festa e gli altri come degli amici?
Chi sono io, sacerdote, tra tutti voi?
Tutte le nostre strade si sono incontrate; abbiamo partecipato a una messa, a una festa; siamo diventati una comunità cristiana.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che siamo invitati da Dio ad essere in comunione con Lui e il suo Figlio, in modo che diventiamo per gli altri quelli che concretizzano l’amore di Dio.
Così io, sacerdote, nella comunità sono la prova
che Dio invita sempre e tutti alla sua mensa;
che Dio non giudica né condanna ma chiama e accoglie;
che Dio non fa differenza tra le persone ma le ama tutte allo stesso
modo, guardando solo il cuore.
Così tu, mamma, nella comunità sei la prova concreta
che Dio è per gli uomini come una madre e vuole loro bene:
“Come una madre consola suo figlio,
così io (=Dio) consolerò voi e:sarete lieti (Isaia 66/13)
Così tu, papà, nella comunità sei la prova concreta
che Dio ama gli uomini come un padre:
“Io (=Dio) dicevo: come potrò annoverarti tra i miei
figli e darti una terra dilettevole… Io pensavo:
mi chiamerai Padre e non ti allontanerai più da me” (Geremia 3/19)
Così tu, signora anziana, nella comunità sei la prova concreta che Dio ha molta esperienza e molta pazienza:
” Tu, Signore, sei Dio mite e benigno,
paziente, pieno di bontà e fedeltà!” (Salmo 86/15)
Così tu, ragazzo, nella comunità sei la prova concreta che Dio ha sepre un cuore giovane e guarda sempre il futuro:
“Davvero il Signore crea cosa nuova sulla terra!” (Geremia 31/22)
“Ecco, Io (=Dio) faccio tutto nuovo!” (Apocalisse 21/5)
Così tu, ragazza, nella comunità sei la prova concreta che Dio sa sorridere agli uomini, pieno di tenerezza nel cuore e di bontà nello sguardo:
“Allora Gesù, fissando il suo sguardo sopra di lui, lo amò…” (Marco 10/21)
Così tu, bambino o bambina, nella comunità sei la prova concreta che Dio ama la vita e la festa e ne prepare una per tutti.
Tu, bambino, non trovi strana la convivenza tra tutti gli esseri:
“Allora il lupo abiterà con l’agnello,
la pantera s’accovaccerà col capretto;
vitello e leone pascoleranno insieme,
sotto la custodia di un piccolo fanciullo,”
(Isaia 11/6)
Così tu, fratello handicappato, nella comunità sei la prova concreta che Dio non è venuto tra noi in modo spettacoloso e imponente, ma nella povertà e nella semplicità:
“Maria diede alla luce il figlio suo primogenito,
lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia,
perchè all’albergo per loro non c’era posto. ” (Luca 2/7)
Mancherebbe qualcosa a una comunità cristiana, se non ci fossero dentro adulti, anziani, giovani, bambini e fratelli handicappati.
Ognuno, a modo suo, è per gli altri le mani, lo sguardo, il cuore di Dio che nella persona di Cristo ci ha amato concretamente con un corpo umano, mani umane, sguardo umano, cuore umano…
“Come il corpo infatti, è uno solo,
ed ha molte membra…
Così il Cristo.
Ora voi, (= i cristiani)
siete il corpo di Cristo
e sue membra,
ognuno secondo la propria parte,”
(I Corinti 12/12,2)
– Michel Charpentier
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.3, 1975