Ci siamo svegliati!

La Pasqua a Lourdes nel 1971 fu per noi il primo contatto con Foi et Lumière.
Eravamo partiti da Roma non certo scettici, ma almeno incerti. Poi l’incontro! Una gioia, una festa, un cantare, un esprimere felicità gli uni con gli altri, il vedersi, il sorridersi ed il vicendevole grazie.

Si, grazie! Ognuno di noi era riconoscente all’altro del saluto, di quella espressione di gioia che portavano i nostri volti… Quegli stessi volti che solitamente esprimono dolore e lacrime, lì no! Era diverso, eravamo diversi e con quella fede e con quella luce speravamo di restare per sempre.
Un miracolo? No, non era un miracolo, era soltanto l’allegria era la felicità dell’incontro fra gente abituata a piangere, che porta in silenzio il proprio dolore e non vuole dare fastidio.

Ma lì era diverso tutto. Lo scambio di quei sorrisi dava la solidarietà espressa senza parole, la manifestazione di una grande gioia, una luce particolare che suggeriva speranza.

Poi, lentamente, qualcosa è andata maturando: corrispondenza, bollettini, una visita a Parigi e Compiègne, riunioni… ed ecco possiamo dire la maturazione.
Un giornalino francese ha scritto: “L’Italia si sveglia.” Si! Ci siamo svegliati. Perché non portare ad altri la nostra serenità?
E oggi la nostra volontà è questa: comunicare agli amici il piacere dell’incontro che non è solo ricco di spiritualità, ma di gioia e comprensione nello scambio del nostro sorriso pieno di dolore.

Incominciamo le prime riunioni. Prima dieci, poi ancora siamo in venti e, con gioia, in un’altra occasione ci accorgiamo che siamo in cinquanta.
Ci domandiamo: ma allora abbiamo detto qualcosa? Si, forse. E la conferma ci viene quando ci troviamo in centocinquanta…
Ma non finisce. Una luce ed una fede ci aiutano a sperare e a credere. Ora siamo ancora più numerosi, sempre insieme, amici per gli amici, e insieme a noi i giovani che ci hanno risposto.

Insieme uniti, le mani nelle mani, come al momento del Padre Nostro, con la Luce che ci aiuta ad andare avanti, con la Fede che ci anima a meglio operare.

– Enzo, 1979