Quest’anno ho fatto la mia prima colonia con ragazzi handicappati. È stata un’esperienza meravigliosa. Tra me e loro si è stabilito subito un rapporto di piena amicizia e di fiducia reciproca. Di ciò ne è testimone Marina, una ragazza sordomuta, con la quale sono riuscita a simpatizzare subito. Ha dei lineamenti dolcissimi, soffre molto se vede che gli altri non la capiscono.
Mi sono fatta insegnare dai suoi genitori i gesti più comuni con i quali riusciva ad esprimersi; forse perché vedeva che mi interessavo a lei, cercava di manifestarmi come meglio poteva il suo amore.

Spero di rivederla il prossimo anno e di trascorrere altri giorni stupendi insieme.

È stato come vivere in una grande famiglia, perché mi sembrava di stare tra fratelli e sorelle, tutti disponibili, tutti tanto amorevoli e fiduciosi in noi assistenti. Mi circondavano di cure e di amore inesprimibili che neppure dei fratelli normali mi avrebbero saputo dare. Ho cercato di dar loro il meglio di me e anche se è stato molto poco il tempo trascorso insieme, è stato però sufficiente a farmi maturare internamente e a farmi capire che la bellezza dell’amore sta nel sapersi donare.

Desidero anche ringraziare tutti quei ragazzi, perché sono loro che mi hanno dato tanto facendomi scoprire cose meravigliose.

Cecilia, 1974

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.2, 1974

Sommario

Fede e Luce di Enzo
La paura degli altri di M. Bertolini
Giovanissimi di redazione
Lettera ai giovani di Maria Grazia
Ci hanno scritto di Redazione
Cecilia: un'esperienza di Cecilia
Come fai a credere nella Madonna? di Ettore

Cecilia: un’esperienza ultima modifica: 1974-07-28T21:00:16+00:00 da Redazione

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